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Letteratura noir, quando la cronaca nera ispira dei best seller

Fabrizio Carcano è uno scrittore di noir, tanto noto da essere stato definito il Dan Brown milanese. Spesso si rifà alla cronaca nera per realizzare i suoi romanzi. A ForensicNews ha raccontato come realtà e finzione riescono a intrecciarsi creando trame avvincenti nei suoi libri.

Fabrizio Carcano: dalle Bestie di Satana a Zodiac, ecco come nascono i suoi noir

Giornalista, Fabrizio Carcano nel 2011 ha debuttato come scrittore di gialli e noir dal taglio esoterico-storico, ambientati principalmente a Milano e in Lombardia, con il romanzo Gli Angeli di Lucifero edito da Mursia, incentrato sul mondo delle sette esoteriche milanesi. In questo romanzo appare per la prima volta la figura del commissario Bruno Ardigò, protagonista di quasi tutti i suoi successivi romanzi. Da allora non ha mai smesso di scrivere raccogliendo successi e consensi. Dal 2020 è anche il responsabile della collana Giungla Gialla di Mursia editore.

Giornalista e noto scrittore di noir milanese, con 16 romanzi all’attivo, spesso hai preso spunto dalla cronaca nera per tessere le tue trame. Quali sono i casi più celebri a cui ti sei ispirato?

Sì, la cronaca reale è una continua fonte di ispirazione, peraltro quasi sempre vado a scavare nel passato perché nel nuovo millennio con telecamere e tracciamenti informatici i delitti offrono meno spunti di elaborazione.

Nel mio primo noir, Gli Angeli di Lucifero, mi ero ispirato alle vicende delle Bestie di Satana; nel Codice di Giuda, un giallo di taglio religioso, ho ripreso la vicenda oscura del delitto della studentessa Lidia Macchi, avvenuto a Varese nel gennaio 1987, un delitto insoluto con una peculiarità: una lettera, probabilmente dell’assassino, recapitata nel giorno del funerale della ragazza direttamente a casa dei genitori, un testo infarcito di deliri religiosi con riferimenti precisi all’omicidio, dettagli allora ignoti alla stampa.

Ho poi scritto due gialli ambientati nei primi anni ’70, due gialli consecutivi, il Mostro di Milano e i Delitti dello Zodiaco, ispirati a due veri assassini: il serial killer milanese che uccise a coltellate 11 donne a Milano in quegli anni, tra il 1969 e il 1975, per l’appunto il mostro di Milano, e nel sequel ‘Zodiac’, il serial killer che ha insanguinato la California tra il 1968 e 69 rivendicando i suoi duplici delitti con messaggi enigmatici con crittogrammi mai decifrati: per molti giornalisti Zodiac sarebbe poi diventato il Mostro di Firenze dal 1974.

Non potevo non scrivere un libro con questa storia criminale da raccontare. 

Nei tuoi romanzi ci sono parti molto dettagliate dedicate alle scene del crimine, alle indagini e agli strumenti oggi usati per l’identificazione di criminali, come sei riuscito a entrare nel complesso mondo delle scienze forensi e dell’investigazione?

Le tecniche investigative e criminologiche che inserisco nei miei romanzi le ho apprese da testi appositi in materia e anche da qualche chiacchierata con esperti in materia.

Tra l’altro da otto anni sono opinionista televisivo a TeleLombardia e da un anno in Rai, sui casi di cronaca nera, per cui ascoltando esperti in materia, come la dottoressa Roberta Bruzzone, potendo dibattere e confrontarmi con personaggi come lei, ho avuto la possibilità di sviluppare meglio queste mie conoscenze, che però riporto sempre in maniera narrativa e non divulgativa e senza la presunzione di potermi esprimere come un medico legale o un criminologo.

Proprio per una facilità narrativa devo forzare, per esempio nei miei romanzi spesso i miei commissari si appoggiano a sensitivi o esperti di scienze occulte. Nella realtà investigativa non accade quasi mai. 

L’esoterismo è uno dei temi che più tratti nei tuoi romanzi, come ti documenti e da dove nasce la curiosità verso questo mondo?

Sono da sempre un appassionato sia di materie religiose che esoteriche, spaziando anche sull’astrologia e la mitologia. Devo dire che le Sacre scritture da sole offrono spunti per un migliaio di gialli all’anno senza esagerare. Sono poi da sempre affascinato dai tanti enigmi lasciati a Milano da Leonardo Da Vinci, il più grande esoterista della storia umana.

Negli anni, leggendo libri di esperti, ho scoperto come dietro molti dipinti a sfondo evangelico siano celati messaggi esoterici e addirittura eretici.

Spesso questi dipinti sono esposti nelle nostre chiese sotto gli occhi di tutti. Faccio un esempio di un dipinto che consiglio a tutti di visionare: nella basilica milanese di Sant’Eustorgio, per secoli la casa milanese della Santa Inquisizione, in una cappella trovate uno strano dipinto del Foppa, una Madonna con bambino con una peculiarità, entrambi hanno le corna. Di fronte a loro c’è un inquisitore, San Pietro da Verona, omonimo del fondatore della chiesa romana. Ebbene quel dipinto elogia l’acume di quell’inquisitore così intelligente da comprendere che il Diavolo per cercare di ingannarlo si era travestito da Madonna con il bimbo, non riuscendo però a nascondere un dettaglio come le corna.

Fuori dalla basilica trovate invece una strana statua: un frate, un religioso, con una specie di falce conficcata nel cranio. È sempre lui, San Pietro da Verona, così astuto da individuare l’inganno del Diavolo, ma poi ingenuo, come tutti gli uomini, da farsi sorprendere da un gruppo di eretici che su una strada di campagna, in Brianza, lo uccisero in un agguato conficcandogli una falce nel cranio… 

Quando invece prendi spunto dalla cronaca, come ti documenti e come integri nelle tue storie realtà e finzione?

Gli spunti di cronaca possono essere una sorta di scheletro su cui avviare la storia ma vanno poi implementati con tutta una serie di passaggi che portano carne, sangue e muscoli a quello scheletro per costruire il Frankenstein che poi sarà il libro.

Io per l’appunto vado a cercarmi questi elementi nelle pieghe dei misteri religiosi e occulti, potendo così poi inserire elementi descrittivi e figure enigmatiche e attraenti per il lettore come esorcisti, inquisitori, esperti di satanismo, sensitivi, personaggi che possono affiancare il mio commissario nell’indagine che conduce.

Ovviamente io sono un giallista esoterico e questa è la mia cifra narrativa non scrivendo di criminalità organizzata o di delitti della porta accanto. 

C’è un caso di cronaca che ti ha colpito molto ma che non hai (ancora) inserito nei tuoi romanzi?

Di casi di cronaca nera con aspetti oscuri che vorrei riportare alla luce ne potrei elencare tantissimi. Vorrei poter scrivere dei delitti del Mostro di Firenze, il giallo italiano per eccellenza, ma le mie ambientazioni milanesi non me lo permettono. Un altro caso che mi intriga particolarmente è la misteriosa morte di Papa Luciani dopo poche settimane dalla sua elezione. Chissà che non possa scriverne in futuro… 

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