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ciocche capelli tagliate da forbici

Danilo Restivo, il killer che tagliava i capelli alle sue vittime

Danilo Restivo ha ucciso due donne, un’adolescente 16enne e una donna 48enne. Le ha uccise a nove anni di distanza e a oltre quattromila chilometri di lontananza.

Due delitti agli antipodi, a legarli un filo rosso sangue invisibile, esile come una ciocca di capelli. Quelli tagliati da Danilo Restivo alle sue vittime, dopo aver consumato i suoi delitti, compiuti con armi bianche, delitti che trasudavano crudeltà, feticismo, sadismo, ossessione.

La storia di questo serial killer ‘delle forbici’, oggi 51enne, a distanza di decenni dai suoi due delitti resta contornata da misteri e risposte insolute.

Danilo Restivo, ragazzo che tagliava le ciocche di capelli sugli autobus

Restivo, classe 1972, siciliano di Erice, ma trasferitosi da ragazzino a Potenza con la famiglia, dove il padre era diventato il direttore della biblioteca nazionale potentina, è un giovane difficile, solitario, fin da adolescente mostra segni di disagio rendendosi protagonista di comportamenti inquietanti: gira tenendo in tasca delle forbici da barbiere, affilate, e sui bus taglia ciocche di capelli alle giovani studentesse che aggredisce alle spalle, terrorizzandole.

Non solo, gli inquirenti, durante le indagini successive, scopriranno che Restivo aveva anche l’abitudine di ossessionare le ragazze che corteggiava, e lo respingevano, con scatti di ira, minacce, atteggiamenti aggressivi e con telefonate mute con in sottofondo la celebre colonna sonora di Profondo Rosso o Per Elisa di Beethoven.

La scomparsa di Elisa Claps

Il nome di Restivo balza alle cronache nell’autunno del 1993, dopo la scomparsa, il 12 settembre, di una studentessa 16enne di buona famiglia, Elisa Claps, sparita nel nulla una domenica mattina nei pressi della Chiesa della Santissima Trinità dove si era recata.

Alle amiche aveva detto di avere appuntamento con un ragazzo più grande che doveva consegnarle un dono nei pressi della chiesa: le testimonianze indicano subito in Restivo quel ragazzo con cui si doveva incontrare Elisa.

Curiosamente proprio il 12 settembre Danilo si presenta in pronto soccorso con profonde ferite da taglio alla mano e i vestiti insanguinati, dichiarando di essere caduto in un cantiere.

Si fa medicare e torna a casa come se nulla fosse.

I suoi vestiti non vengono sequestrati e il 21enne dal giorno successivo si rende irreperibile spostandosi a Napoli, con la scusa di dover sostenere un esame universitario.

Trascorrono giorni fondamentali per le indagini, giorni persi irrimediabilmente.

La famiglia Claps fin da subito lo indica come principale sospettato per la scomparsa della figlia, ma la macchina investigativa si muove in ritardo. 

Gli inquirenti lo mettono sotto torchio, lui fornisce versioni contrastanti di spostamenti e orari, ma non ci sono prove per inchiodarlo mancando il corpo di Elisa.

L’inchiesta si impantana, Restivo gode anche di mai accertate protezioni e dopo qualche anno sceglie di andarsene all’estero per rifarsi una vita, andando a raggiungere nel Dorset, nei dintorni di Bournemouth, una donna con 15 anni più di lui con cui ha intrapreso una relazione a distanza.

Il delitto di Heather Barnett

Il 12 novembre 2002, in una villetta a Charminister, nei pressi di Bournemouth, i figli di Heather Barnett, sarta di 48 anni, trovano nel bagno di casa il corpo senza vita della madre, ammazzata da un’arma bianca, in mano ha una ciocca dei suoi capelli, il corpo deturpato da ferite da taglio.

Gli investigatori britannici puntano subito le loro attenzioni sul problematico vicino di casa, il trentenne italiano Danilo Restivo. Lo mettono sotto osservazione, scoprendo che molesta giovani donne, minacciandole, arrivando a tagliare loro ciocche di capelli, inseguendole mentre fanno footing nei boschi.

Sono sicuri: è lui l’assassino di Heather, ma non hanno prove per incastrarlo.

Il ritrovamento del cadavere di Elisa

Trascorrono otto anni dal delitto inglese di Heather Barnett e Restivo, pur sospettato, pur restando sotto una discreta sorveglianza, è ancora libero a 37 anni. La svolta che lo porterà dietro le sbarre arriva il 17 marzo 2010 quando, durante dei lavori di ristrutturazione per delle infiltrazioni d’acqua nel sotto tetto della chiesa della Santissima Trinità, viene ritrovato un corpo mummificato, si tratta dei resti di Elisa Claps, resti rimasti per oltre 16 anni occultati in una nicchia del sottotetto della chiesa.

Il cadavere di Elisa, massacrata da tredici ferite da arma da taglio, ha addosso dei jeans tagliati, anche il reggiseno è tagliato: chiari indizi di un’aggressione sessuale precedente al suo omicidio.

Il fascicolo Claps viene inviato agli inquirenti inglesi che lo incrociano con quello di Heather Barnett, trovando coincidenze che portano finalmente al fermo del sospettato Restivo, il 28 maggio 2010. 

Ormai è chiaro che è lui l’autore dei due delitti e la prova decisiva arriva da una sua traccia ematica estratta dai vestiti di Elisa: il dna lo inchioda, la polizia inglese  arresta Restivo, imputandogli anche il delitto di Heather Barnett.

Danilo Restivo e la condanna a 40 anni in Inghilterra 

I due processi per omicidio volontario si celebrano quasi contemporaneamente tra il 2011 e il 2014.

I giudici britannici lo condannano all’ergastolo, a 40 anni, il giudice Michael Bowes pronunciando l’arringa finale lo addita così alla corte : “Lei non uscirà mai di prigione, è recidivo, è un assassino freddo, depravato e calcolatore. Lei ha ucciso Heather come ha fatto con Elisa, le ha tagliato i capelli, proprio come Elisa. Lei merita di stare in prigione per tutta la vita”.

Contestualmente arriva anche la condanna a 30 anni dai tribunali italiani, pur senza l’ergastolo, essendo ormai prescritti i reati concorrenti di violenza sessuale e occultamento di cadavere: pena che Restivo sconta nelle carceri britanniche dove è rinchiuso dal maggio 2010.

Dovrebbe uscire solo nel 2050, quando avrà 78 anni.

Per anni in Italia sono rimasti aperti filoni processuali, che non hanno portato a nulla, su possibili complicità o coperture di cui possa aver goduto Restivo per l’occultamento del corpo di Elisa Claps, rimasta per quasi 17 anni nascosta nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità.

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