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Le ex farfalle della ritmica e lo scandalo nello sport

Quanto può valere una medaglia? E quanto i sogni di una ragazza che ama lo sport possono trasformarsi in altro?

In questo ultimo mese abbiamo seguito le vicende sportive che hanno coinvolto alcune ex ginnaste della Federazione di Ginnastica Ritmica, che hanno denunciato di essere state umiliate, derise e vittime di violenza psicologica e problemi alimentari.

Una situazione delicata, che a macchia d’olio si sta diffondendo un po’ in tutto lo stivale. Da nord a sud tante ex atlete e non solo ginnaste, stanno denunciando il clima teso e disciplinato, forse fino al dolore, che l’agonismo porta con sé. Il lavoro, il sudore e la fatica per arrivare in alto. Sempre di più

Le prime denunce e il muro di omertà che crolla

Tutto inizia fine ottobre quando le ex ginnaste Nina Corradini (19 anni) e Anna Besta (22anni),  parlano per la prima volta senza timori delle vessazioni e umiliazioni che avrebbero subìto durante gli anni di accademia.

L’esame più duro è proprio quello con la bilancia, il rapporto sofferente con il cibo e le umiliazioni ripetute e continuate circa il loro aspetto fisico. Denunce chiarite più volte -non solo attraverso i social- che hanno aperto la strada a tante altre ragazze che, in passato e con dolore, hanno lasciato la danza ritmica a causa delle continue umiliazioni.

A stretto giro sono seguite quelle dell’ex campionessa mondiale di ritmica Giulia Galtarossa (31 anni) e quelle della campionessa pratese Marta Pagnini (31 anni).

Nina Corradini, proprio in virtù del delicato periodo che si è trovata ad affrontare una volta lasciata la carriera agonistica, ha inaugurato una rubrica social “A tu per tu con i DCA. Non Siete Soli” per sensibilizzare i giovani in relazione ai disturbi alimentari insieme alla nutrizionista Ilaria De Gioia.   

In seguito alla prima denuncia, la procura di Brescia ha aperto un’inchiesta per maltrattamenti a carico di ignoti e lo stesso è avvenuto all’interno del CONI al fine di accertare la verità ed eventuali responsabilità. L’indagine, coordinata dall’aggiunto Alessio Bernardi e dal Procuratore Francesco Prete, è stata affidata alla Squadra Mobile e fa parte di un quadro più ampio che coinvolge anche altre ragazze ed ex atlete.

Lo sport, proprio in quanto veicolo di valori sani e partecipativi è un’ambiente da sempre vissuto con fiducia. I genitori che affidano i loro figli, in questo caso ragazze ancora piccole con la passione per la ginnastica ritmica, sanno di avere allenatori e staff che si prenderanno cura di queste bambine aiutandole a coltivare il loro sogno.

Allenatori, tecnici e dirigenti sono figure di autorevolezza ai quali le ragazze si affidano, arrivando anche a stabilire una sorta di fiducia e dipendenza forte e assidua, che paradossalmente si incrina quando l’allenatore si trasforma in altro. E con la stanchezza e lo stress, unito alla lontananza da casa, tutto assume un significato diverso.

I commenti del mondo sportivo e della politica

“Da presidente del CONI mi devo scusare, ma devo anche invitare a non fare di tutta l’erba un fascio, chi ha sbagliato, se qualcuno ha sbagliato, pagherà. Con questa frase il Presidente del CONI Giovanni Malagò, ha commentato la vicenda che ha sconvolto il mondo della ginnastica ritmica.

L’accademia, che ospita il centro federale di Desio dove si allenano le farfalle sotto la guida dell’istruttrice tecnica Emanuela Maccarini, è stata al momento commissariata ad opera del presidente della Federginnastica Gherardo Tecchi.

Ginevra Parrini, Vanessa Ferrari e Carlotta Ferrito le ultime testimonianze su quanto sia stato difficile essere atlete e fare i conti con le delusioni e le amarezze. Dichiarazioni che hanno acceso i riflettori sui disagi vissuti dalle atlete, umiliate durante gli allenamenti e costrette alla prova bilancia per più volte al giorno. Condizione che sicuramente ha scatenato ancor di più l’ansia e il terrore per una eventuale punizione.

Sulla questione è intervenuto il ministro dello sport e dei giovani Andrea Abodi assicurando che la vicenda non sarà sottaciuta ma al contrario si cercherà di capire con le giuste inchieste cosa è successo e perché non sia trapelato nulla fino a questo momento.

Le ragazze, sono anche sostenute dall’associazione “ChanceTheGame” impegnata a proteggere atlete e atleti da violenze e abusi sessuali, emotivi e fisici.

E’ giusto anche ricordare che la federginnastica ha introdotto da qualche tempo il Safeguarding Officer, proprio al fine di tutelare le ragazze e contrastare questi fenomeni, sempre più diffusi.

I disturbi alimentari, l’abuso emotivo e le violenza psicologiche

Pressioni a volte difficili da sopportare che nello sport a livello agonistici, specie su ragazze ancora in crescita o poco più che adolescenti, possono lasciare segni indelebili e dolorosi, sintomo e spia di un abuso emotivo e violenza psicologica.

I DCA (disturbi del comportamento alimentare) sono stati inseriti nel DSM -5 (Manuale diagnostico dei disturbi mentali) all’interno dei disturbi della nutrizione e alimentazione, tanto da esser definiti come persistenti e che determinano un’alterazione non corretta dell’alimentazione fino ad una vera e propria assenza della stessa.

Ricordiamo solo la vicenda che ha coinvolto Nadia Comaneci, giovanissima ginnasta rumena definita “piccola libellula” o “trilli” per l’agilità, la bellezza e la delicatezza dei suoi movimenti. Un nome che ricorda disciplina, allenamenti intensi e quasi brutali, cibo che a volte non bastava e punizioni fisiche fino all’abuso psicologico.

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