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Il criminal profiling e l’analisi della scena del crimine

Il criminal profiling è uno strumento utilizzato in particolare nella risoluzione di omicidi complessi, che fornisce agli investigatori informazioni utili all’identificazione e alla cattura di un criminale.

La scena del crimine parla e questa affermazione non è un luogo comune. Le tracce forensi presenti sul luogo del delitto ci consegnano messaggi che devono essere tradotti, analizzati, compresi e che possono permettere la risoluzione di un reato. Punto di partenza del criminal profiling è proprio l’analisi comportamentale di un soggetto in termini di azioni compiute durante l’intero arco temporale in cui è stato commesso un crimine.

Il criminal profiling o profilazione criminale è una tecnica investigativa e comportamentale che permette di ricostruire i profili dell’offender ancora sconosciuto, partendo proprio dai dettagli lasciati sulla scena del crimine al fine di facilitarne l’identificazione. Quali sono i contributi del profiling nella fase investigativa? Ridurre drasticamente la rosa dei sospettati, collegare crimini seriali attraverso indicatori unici e pattern comportamentali e fornire agli investigatori potenziali approcci nella gestione del caso. Gli ambiti di applicazione del profiling possono riguardare gli omicidi e stupri seriali; omicidi a sfondo sessuale; molestie su minori; crimini rituali e piromania.

Le radici del profiling possono essere rintracciate già nella letteratura e in particolare nell’opera di Edgar Allan Poe “I delitti della Rue Morgue” (1841), in cui si parla per la prima volta della figura del detective, impersonato da Charles Auguste Dupin. In realtà il primo esempio riferibile a questa tecnica investigativa ci arriva dal Dottor Thomas Bond che condusse autopsie su due delle cinque vittime di Jack lo Squartatore uccise tra l’agosto e il novembre del 1988. Nella sua relazione, Bond pose in evidenza alcuni punti di notevole rilevanza e per la prima volta si è stilata una vera e propria analisi criminologica che ha aperto la strada ad un nuovo strumento investigativo moderno, il profiling.

L’utilizzo di questa tecnica da parte delle forze di polizia risale al 1956, quando negli Stati Uniti questo strumento investigativo fu applicato per provare a metter fine alle imprese di Mad Bomber, catturato grazie alle indicazioni del Dottor James Brussel psichiatra newyorkese, autore del profilo di questo criminale. Ovviamente, sulla scia del caso Bomber e grazie ai risultati ottenuti, il criminal profiling diventò sempre più importante tanto da entrare dal 1970 nelle procedure investigative dell’FBI. I profiler investigativi appartenenti all’Unità Scienze Comportamentali dell’FBI Behavioral Science Unit (BSU) hanno analizzato scene del crimine particolarmente violente e prodotto una serie di profili criminali approfondendo le ricerche di Douglas, Ressler ed Hazelwood. Questo lavoro ha infatti portato all’elaborazione di un modello basato su alcune fasi principali:  

Profilig Input-Raccolta di informazioni disponibili sulla scena del crimine, come tracce e foto;
Decision Process Models-Si organizzano le informazioni raccolte tramite la fase precedente;
Crime Assessment-Si prova a ricostruire il comportamento dell’offender prestando attenzione all’interazione vittima-offender;
Criminal profiling-Si elabora una descrizione tipologica del sospettato
Investigation-Viene stilato un rapporto scritto consegnato poi agli investigatori;
Apprehension-Individuazione del soggetto e cattura.

La costruzione di un profilo comportamentale si poggia sul presupposto che una corretta interpretazione della scena del crimine può indicare il tipo di personalità del soggetto che ha commesso il delitto. A differenza dell’immaginario collettivo che vede questa tecnica riferita all’ambito televisivo e mediatico, in realtà vi è un lavoro e una preparazione che tutto può essere fuorché riduttiva e semplicistica, ben differente dal “criminal minds” che possiamo vedere nei telefilm. Quali sono, quindi, le caratteristiche che deve avere un buon profiler? Sicuramente logica, empatia, intuizione e una buona formazione accademica in ambito psicologico forense.

Chi ha ucciso una volta, quasi sempre ricade nel delitto; non fosse che per tentare di assicurarsi l’impunità.”
Agatha Christie.

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