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Sport e sessualizzazione delle atlete: in Svizzera stop alle foto a gambe divaricate

In Svizzera le atlete non potranno essere più riprese o fotografate in posizioni che potrebbero creare loro imbarazzo o renderle oggetto di sessualizzazione. L’obiettivo? Proteggere le ragazze dalla diffusione di immagini sensibili e permettere alle atlete di essere a loro agio durante le prestazioni sportive.

È questo l’intento della Federginnastica svizzera che ha fissato nuove norme per i reporter che dovranno cambiare angolazione per scattare foto durante le competizioni, senza dar modo di rappresentare parti “eticamente” sensibili.

La polemica e le accuse di sessismo

Ha fatto scalpore e anche un po’ discutere la decisione svizzera che vieta di riprendere o fotografare parti del corpo che potrebbero essere oggetto di sessualizzazione.

Ma di cosa parliamo, nello specifico?

Con il termine sessualizzazione possiamo identificare una attenzione nei confronti di una persona solo ed esclusivamente per il suo aspetto fisico. Una oggettivazione sessuale, una forma di attrazione soprattutto corporea, che esula atro.

Una delicatezza che punterebbe a tutelare le ginnaste in modo particolare durante le gare, quando i fotografi potrebbero scattare foto da angolazioni particolari pur se involontarie. I reporter che non si atterranno a queste nuove regole etiche, vedranno ritirato il loro accredito con l’impossibilità di partecipare a future gare.

Il mondo dello sport si adegua per evitare bodyshaming

Non dovrebbe far scalpore questa nuova regolamentazione sportiva, dal momento che si tratta del corpo delle donne già troppe volte pubblicizzato, troppe volte osservato e commentato, troppe volte preso di mira dal popolo del web e non solo. È sicuramente un buon punto di partenza che evita alle atlete di sentirsi in continuo imbarazzo o chiedersi se è tutto a posto, in particolare quando si è osservate costantemente. Una tranquillità che aiuterebbe a star serene anche durante le competizioni, soprattutto se intense e importanti.

In questi anni, tante atlete sono state vittime di umiliazioni e commenti. Il bodyshaming è una vera e propria forma di bullismo verbale che punta ad umiliare, criticare e deridere l’aspetto fisico di una persona per colpirla. Tante atlete si sono sentite ferite da commenti su un difetto estetico oppure su qualche chilo in più e questo incide sicuramente sulla prestazione sportiva.

La decisione della federazione svizzera, è stata presa proprio per evitare tali commenti e vietare questa continua sessualizzazione del corpo della donna che mette in secondo piano la sua “atleticità” e “prestanza fisica“.

Ma non è l’unico caso o comunque un qualcosa di isolato. Oggi un po’ tutto il mondo dello sport sta riformando le proprie regole anche e soprattutto per quanto riguarda le discipline che prevedono un’esposizione prolungata e anche visiva invalidante per le atlete.

Durante i giochi di Tokyo del 2020 le atlete tedesche si rifiutarono di partecipare alle gare in body e gareggiarono con le tute. Una scelta per molti eccessiva ma sostenuta da tutta la federazione che ha permesso alle ragazze di esprimersi artisticamente, senza però sentirsi a disagio.

Wimbledon e le nuove regole di abbigliamento per le tenniste

Un traguardo importante è stato raggiunto anche nei tornei di Wimbledon, con il permesso concesso alle giocatrici di optare per un intimo colorato o non proprio bianco. Le tenniste hanno potuto indossare intimo di colore medio-scuro o pantaloncini purché non siano più lunghi della gonna. Questa proposta ha fatto un po’ sorridere, in quanto la divisa bianca tipica dei tennisti e in questo caso delle tenniste, andava avanti dal 1800.

Non dimentichiamo il fatto che le donne a volte, possono sentirsi in imbarazzo o a disagio, in particolare durante il periodo mestruale. Una tutela in più.

In realtà l’idea potrebbe a breve arrivare anche in Italia. Soprattutto alla luce dei continui e umilianti commenti che le donne ricevono, gratuiti e offensivi. Le atlete dovrebbero praticare sport e non essere valutate per la loro prestanza fisica o per una foto sgambata o che riporta parti intime suscettibili anche di pudore.

Forse un buon inizio, ancora molto lontano da una vera e propria possibilità per le donne, di essere valutate e osservate solo come atlete, aldilà della prestanza fisica.

Qualche mese fa anche a Desio, venne sollevato un vero e proprio scandalo, che in questo caso riguardava delle presunte molestie ad alcune ragazze della nazionale di ginnastica ritmica che dovevano essere perfette esteticamente, dimenticandosi cibo, distrazioni o vita da ragazze comuni. Una vicenda ben diversa, che però fa comprendere come a volte ci si dimentichi della dimensione personale per seguire solo ed esclusivamente quella dell’agonismo.

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