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Parricidio: movente e profiling di un assassino

Il parricidio è l’omicidio di un componente famigliare, solitamente il padre, la madre o entrambi. Le motivazione legate al parricidio sono spesso riconducibili a questione di soldi o a gravi disturbi psicologici dell’assassino come nel caso di Pietro Maso o di Erika e Omar.

Parricidio: cosa significa?

Per parricidio s’intende l’omicidio dei famigliari, ascendenti o discendenti: eredità e disturbi psicologici sono le motivazioni più frequenti alla base di questi efferati delitti.

Parricidio è un termine che deriva dal latino “parens” (in italiano “parente”) e riguarda l’omicidio dei genitori, dei fratelli, del coniuge e dei figli. Nello specifico, per patricidio s’intende l’uccisione del padre, per matricidio quello della madre, per fratricidio e sororicidio del fratello e della sorella, per coniugicidio quello del coniuge, per figlicidio del figlio.

Nella mitologia greca e nella storia antica vi sono diversi esempi di parricidio, come quello di Edipo, che uccise il padre Laio, o di Crono, che mangiò i figli appena nati. Un altro parricidio molto famoso è quello commesso da Bruto nei confronti del padre adottivo Giulio Cesare.

Le motivazioni del parricidio e del patricidio

Questa tipologia di delitto cela motivazioni e obiettivi diversi, che tuttavia hanno in comune l’età dell’assassino, solitamente medio-bassa (escludendo il coniugicidio e il figlicidio).

Il denaro è uno dei motivi preminenti nei casi di assassinio dei genitori. I figli ambiscono al patrimonio famigliare oppure chiedono in continuazione soldi a mamma e papà, finché non decidono di ucciderli. In questo caso il delitto viene pianificato per tempo e organizzato nei minimi dettagli.

Un raptus improvviso o un gesto folle è all’origine di molti parricidi. A questa categoria appartengono giovani assassini affetti da gravi disturbi mentali, che uccidono il padre e la madre senza un apparente motivo.

Infine, questo reato è commesso anche da soggetti che si sentono oppressi dai genitori (anche ingiustificatamente) oppure da bugiardi patologici, abituati a mentire e ad edificare una realtà completamente falsa e menzognera. In casi del genere si tratta comunque di individui affetti da disturbi di personalità.

I casi più eclatanti in Italia

In Italia, negli ultimi anni, ci sono stati diversi casi di parricidio e patricidio che hanno ricevuto grande attenzione mediatica.

Alcuni esempi riguardano persone che hanno ucciso i propri genitori (o la famiglia) per motivi economici. È il caso di Doretta Graneris, che insieme al fidanzato Guido uccise per denaro la mamma, il papà, il fratello minore e i nonni. Oppure Pietro Maso, che per ottenere l’eredità, insieme ai suoi amici uccise i genitori.

In alcuni casi è la follia a scatenare la furia assassina. Ferdinando Carretta confessò a “Chi l’ha visto?” di aver ucciso il padre, la madre e il fratello e di aver gettato i loro corpi in una discarica. Carlo Nicolini ammazzò la mamma e il papà a fucilate e dopo essere stato ritenuto incapace di intendere e di volere fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico.

Un altro parricidio famoso è il delitto di Novi Ligure, in cui Erika De Nardo e il fidanzato Omar uccisero la madre e il fratello minore di lei. Il cattivo rendimento scolastico e la paura di deludere i propri genitori costituirono invece il movente principale per Stefano Diamante. Egli non voleva che la madre scoprisse che era in ritardo con gli esami universitari così, pur di non rivelare la verità, la uccise.

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