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L’immunità parlamentare: cos’è, perché fa discutere e come si può riformare

Il caso di Irene Salis ha scatenato numerose discussioni e polemiche sulla natura del ruolo di eurodeputato e sui “confini” dell’immunità parlamentare. Approfondiamo l’argomento e vediamo cosa si intende per immunità parlamentare ed entro quali limiti essa può essere esercitata.

Cosa è l’immunità parlamentare

L’immunità parlamentare è una garanzia costituzionale che tutela i membri del Parlamento (deputati e senatori) da possibili interferenze o pressioni da parte di altri poteri dello Stato, in particolare quello giudiziario. L’immunità parlamentare si articola in due forme: l’insindacabilità e l’inviolabilità.

L’insindacabilità consiste nel fatto che i parlamentari non possono essere perseguiti o chiamati a rispondere per le opinioni espresse o i voti dati nell’esercizio della loro funzione.

L’inviolabilità consiste nel fatto che i parlamentari non possono essere arrestati, perquisiti o sottoposti a misure cautelari senza l’autorizzazione della Camera di appartenenza, salvo i casi di flagranza di reato. L’inviolabilità si applica quindi a tutte le attività dei parlamentari, anche quelle non connesse al mandato, ma non impedisce l’esercizio dell’azione penale da parte della magistratura

Si ritiene che l’insindacabilità sia una tutela indispensabile per la libertà di espressione e di coscienza dei parlamentari, e che debba essere mantenuta inalterata. L’inviolabilità, invece, sarebbe una forma di privilegio ingiustificato, che potrebbe essere abolita o limitata ai soli reati di opinione o politici

Quali sono i limiti dell’immunità parlamentare

L’immunità parlamentare non è un privilegio personale, ma una garanzia istituzionale che mira a preservare l’indipendenza e l’autonomia del Parlamento. Essa non esclude la responsabilità penale dei parlamentari, ma ne regola le modalità di accertamento e di esecuzione delle eventuali sanzioni. Tale istituto ha, dunque, dei limiti, che sono stabiliti dalla Costituzione e dalle norme interne delle Camere.

Il primo limite è la flagranza di reato, che fa scattare l’obbligo di arresto e di comunicazione immediata alla Camera di appartenenza, che può deliberare, entro ventiquattro ore, se autorizzare o meno la prosecuzione del procedimento. Il secondo limite è la richiesta di autorizzazione a procedere da parte della magistratura, che deve essere esaminata dalla Giunta per le autorizzazioni e approvata dalla Camera con voto palese.

Il terzo limite è la possibilità di revoca dell’autorizzazione a procedere da parte della Camera, in caso di mutamento della situazione di fatto o di diritto.

Come avviene l’incriminazione di un parlamentare

Si tratta dell’atto con cui la magistratura formula l’accusa nei confronti di un membro del Parlamento per un reato commesso; può avvenire solo se la Camera di appartenenza abbia concesso l’autorizzazione a procedere, salvo che il parlamentare sia stato colto in flagranza di reato.

L’incriminazione comporta l’iscrizione nel registro degli indagati e l’avvio delle indagini preliminari, che possono prevedere l’assunzione di prove, l’interrogatorio dell’indagato, la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. L’incriminazione non implica la colpevolezza del parlamentare, che deve essere accertata con una sentenza definitiva.

L’immunità parlamentare europea

L’art. 9 del Protocollo sui privilegi e le immunità stabilisce che i membri del Parlamento europeo beneficiano, in ogni Stato membro dell’Unione, dell’esenzione da ogni provvedimento di detenzione e da ogni procedimento giudiziario.

Un’ulteriore conferma sull’operatività dell’immunità parlamentare nel senso indicato dalla norma potrebbe venire dalla sentenza sul caso Junqueras (C-502/19), in cui la Corte di Giustizia aveva stabilito che la carica di eurodeputato, con le connesse prerogative, si acquisisce con la sola proclamazione dei risultati elettorali.

Tuttavia, l’immunità parlamentare non è un privilegio personale dei deputati, ma una garanzia che un deputato al Parlamento europeo possa esercitare liberamente il suo mandato senza essere esposto a una persecuzione politica arbitraria. Essa, dunque, assicura l’indipendenza e l’integrità del Parlamento nel suo complesso.

I membri del Parlamento europeo non possono essere ricercati, detenuti o perseguiti per le proprie opinioni o per i voti espressi nella loro veste di deputati al Parlamento europeo.

In cosa consiste l’immunità parlamentare europea

L’immunità dei deputati è duplice e consiste:

  • in una immunità analoga a quella concessa ai membri del parlamento nazionale, nel territorio dello Stato membro di origine;
  • nell’esenzione da ogni provvedimento di detenzione e da ogni procedimento giudiziario, nel territorio di ogni altro Stato membro (cfr. articolo 9 del protocollo n. 7).

Come può essere revocata o difesa l’immunità?

In risposta alla richiesta da parte di un’autorità nazionale competente, rivolta al Parlamento europeo, di revocare l’immunità a un deputato (o alla richiesta di un deputato o ex deputato di difendere la sua immunità), il Presidente del Parlamento annuncia la richiesta in Aula e la deferisce alla commissione parlamentare competente (commissione giuridica).

La commissione può chiedere le informazioni o spiegazioni che ritiene necessarie e al deputato interessato viene offerta l’opportunità di essere ascoltato e di presentare documenti o altri elementi scritti.

La commissione adotta, a porte chiuse, e presenta a tutto il Parlamento una raccomandazione di approvare o respingere la richiesta di revocare o difendere l’immunità. Alla tornata successiva alla decisione della commissione, il Parlamento adotta una decisione a maggioranza semplice. In seguito alla votazione, il Presidente comunica immediatamente la decisione del Parlamento al deputato interessato e all’autorità competente dello Stato membro in questione.

Il deputato rimane in carica anche in caso di revoca dell’immunità?

Il mandato di un deputato al Parlamento Europeo è un mandato nazionale e non può essere revocato da un’altra autorità. In altri termini, il deputato, o eurodeputato, viene eletto dal proprio corpo elettorale nazionale.

Inoltre, la revoca dell’immunità di un deputato non equivale a una sentenza di colpevolezza, ma consente semplicemente alle autorità giudiziarie nazionali di procedere a svolgere un’indagine o un processo. Poiché i deputati al Parlamento europeo sono eletti in base alla legge elettorale nazionale, se sono giudicati colpevoli di un reato spetta alle autorità dello Stato membro decidere sull’eventuale decadenza del suo mandato.

Il caso Salis

Nel dibattito politico degli ultimi tempi si è affacciata l’ipotesi di una candidatura di Ilaria Salis, cittadina italiana attualmente detenuta e sottoposta a processo penale in Ungheria, alle elezioni europee dell’8 e 9 Giugno 2024.

L’intento era quello di sfruttare l’immunità parlamentare europea, in modo da garantirle la libertà personale.

Tuttavia, questo esito appare tutt’altro che a portata di mano.

Gli ostacoli

La difficoltà maggiore è data dalla collaborazione delle autorità ungheresi, necessaria per arrivare all’effettiva scarcerazione.

In secondo luogo, con tutta probabilità l’Ungheria chiederebbe la revoca dell’immunità. In questo caso, l’assemblea parlamentare si troverebbe dinanzi a tre possibili scenari: negare la revoca dell’immunità sia dal processo che dagli arresti; concedere l’autorizzazione per il primo e negarla per i secondi; revocare l’immunità per entrambe le richieste. Più di un dubbio potrebbe esservi sulla capacità dell’immunità parlamentare di coprire anche un procedimento penale iniziato ben prima dell’eventuale elezione. 

La posizione del Parlamento europeo

Il Parlamento europeo ha quasi sempre accolto le richieste degli Stati membri in materia di immunità parlamentari, dimostrando finora una scarsa volontà di rivendicazione nella difesa delle prerogative dei propri componenti.

Anche se è pur vero che il caso in esame presenta più di un elemento peculiare, primo tra tutti il coinvolgimento dell’Ungheria, Stato membro più volte censurato sia dalla Commissione che dalla Corte di Giustizia proprio per il mancato rispetto dei valori dello stato di diritto.

I possibili scenari

Cosa accadrebbe in caso di condanna penale? che effetti potrebbe produrre la sentenza nell’ordinamento domestico, soprattutto ai fini dell’eventuale applicazione della legge Severino? Ci sono dei modi per evitare di recepire una pronuncia emessa da uno Stato membro che in più occasioni ha dimostrato di non rispettare i principi dello stato di diritto e del giusto processo?

D’altro canto, ancora peggiore apparirebbe la situazione nell’ipotesi di una candidatura non seguita da elezione, che condurrebbe ad un’ulteriore politicizzazione della vicenda.

L’ipotesi di una candidatura potrebbe essere valutata diversamente nel caso vi fosse una ragionevole garanzia di elezione, come nell’ipotesi di una posizione da capolista all’interno di una lista bloccata. In quest’ultimo caso, quanto meno, vi sarebbe la certezza dell’operatività dell’immunità parlamentare, al netto delle precisazioni sopra ricordate.

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