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Il reato di circonvenzione di incapace: dalla cronaca alla realtà

Raggiri e truffe sono all’ordine del giorno, ma quando possiamo parlare di reato di circonvenzione di incapace? Approfondiamo la questione considerando quanto prevede il Codice penale.

Sempre più spesso sentiamo o leggiamo di casi di cronaca che riportano anziani e non solo vittime di raggiri e di truffe, a volte inconsapevoli. Firme, testamenti e matrimoni che rappresentano delle vere e proprie insidie, dalle quali è impossibile uscirne.

Il reato di circonvenzione di incapace, è regolato dall’art.643 del c.p., che punisce “Chiunque, per procurare a sé o ad altri un profitto, abusando dei bisogni, delle passioni o della inesperienza di una persona minore, ovvero abusando dello stato d’infermità o deficienza psichica di una persona, anche se non interdetta o inabilitata, la induce a compiere un atto che importi qualsiasi effetto giuridico per lei o per altri dannoso, è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 206 a euro 2.065“.

Un punto nodale rappresenta però il concetto di vulnerabilità sociale, intesa come lo status, la condizione che espone un soggetto già fragile o debole all’esposizione e all’eventuale possibilità di essere manipolato o circuito per scopi più vari.

E’ quindi possibile dimostrare la circonvenzione di incapace? Affinché il comportamento possa essere considerato punibile penalmente, si dovrà dimostrare che la persona che ha agito lo abbia fatto con dolo, quindi con la consapevolezza di approfittare dello stato di debolezza della vittima.

Spesso, si tende a credere che di tali tecniche manipolatorie siano vittime solo anziani o persone fragili, in realtà la cronaca e la criminologia degli ultimi anni, hanno completamente rovesciato questa idea.

Tra i casi di truffe, però, è corretto anche parlare delle truffe emotive che coinvolgono, sempre più spesso, persone dello spettacolo e persone comuni, che restano intrappolate in questa rete.

I casi di cronaca: da Alberto Sordi a Gina Lollobrigida

Negli ultimi anni abbiamo potuto leggere di casi noti e più o meno importanti che hanno coinvolto persone, inconsapevoli di esser finite in trappole o di aver firmato carte che in qualche modo potessero compromettere il loro patrimonio, trovandosi spesso in aule di tribunali o in televisione a rivendicare i loro diritti.

La vicenda che ha coinvolto l’Albertone nazionale, ovvero il regista e attore Alberto Sordi e la sorella Aurelia, ha tenuto banco per anni. Alla morte dell’attore, non avendo contratto matrimonio o altre relazioni, è passato tutto in mano alla sorella. Un patrimonio vastissimo che conteneva gioielli, auto e immobili. La storia ben presto è finita nella aule di tribunale, in quanto Aurelia ormai anziana, sembra aver lasciato donazioni cospicue alla servitù.

Un presunto tentativo di circonvenzione della donna, morta all’età di 97 anni nel 2014. In realtà le accuse mosse nei confronti di persone che gravitavano nella villa dell’attore e attorno alla donna, a cominciare proprio dal fedele autista, configuravano proprio un raggiro approfittando delle condizioni di salute della donna, ormai anziana. Al momento la Fondazione Alberto Sordi gestisce il patrimonio totale dell’attore.

Una simil sorte è toccata all’attrice Gina Lollobrigida, morta il 16 gennaio e che continua a tener banco nel talk televisivi e non solo.

La donna, infatti, più volte ha dichiarato che era lucida e che intorno alla sua persona c’erano solo chiacchiere. Al centro della spinosa vicenda, vi è l’eredità e la guerra per quest’ultima tra il figlio di primo letto della donna Andrea Sofrik e il suo braccio destro Andrea Piazzolla.

Quest’ultimo accusato dal figlio di aver circuito e plagiato la madre, al fine di intestargli tutti i beni. L’uomo infatti si è difeso sostenendo che l’attrice gli avrebbe donato i suoi beni in autonomia, ma in realtà dalle ultime vicende processuali e personali, sembra che la donna sia stata influenzata e circuita dall’uomo.

Andrea Piazzolla, è anche amministratore delegato della società “Vissi d’arte” che si è occupata proprio di gestire l’intero patrimonio dell’attrice, al fine di tutelarlo e preservarlo. È bene ricordare anche il modo in cui Andrea Rigau, ex marito della Lollobrigida per procura, ebbe una serie di problemi e fu duramente accusato di aver plagiato l’atttrice per permettere il matrimonio.

Inizialmente accusato di circonvenzione di incapace, fu poi assolto diventando ad oggi sostenitore con il figlio della Lollobrigida delle accuse a carico di Piazzolla.

Il filosofo Gianni Vattimo e l’accusa al compagno di circonvenzione di incapace

Un altro celebre caso è quello che ha visto coinvolto Simone Caminada, compagno dell’ex docente di filosofia teoretica Gianni Vattimo, accusato di circonvenzione di incapace da amici del docente e dalla sua geriatra, preoccupati di come questa persona lo stesse allontanando dalla sua cerchia di amici e pensatori, al solo fine di far carriera e acquisire i beni del docente torinese.

Per circa 14 anni l’uomo ha affiancato Vattimo prima come assistente e poi come compagno di vita, è stato condannato a due anni di carcere con pena sospesa e 900 euro di multa per circonvenzione di incapace, qualche mese prima che il filosofo spirasse.

Sicuramente queste sono storie che non finiranno qui e questo ci permette di comprendere come queste situazioni, purtroppo, coinvolgono anche persone importanti, di cultura e dello spettacolo. Peroprio per dimostrare che, il reato di circonvenzione di incapace, mira sul concetto del soggetto “passivo” che quindi non è capace di ribellarsi o comprendere ciò che sta accadendo, senza però sconfinare nella vera e propria infermità psichica.

Una vera e propria manipolazione mentale ed emotiva.  

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