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Errore giudiziario: significato, cause, rimedi ed esempi in Italia

Quando si parla di errore giudiziario ci si riferisce a un fenomeno gravoso, che rappresenta una ferita aperta per le vittime, i famigliari e parte della società e una macchia nel sistema giudiziario. Ma cosa sono esattamente gli errori giudiziari e quali sono le cause all’origine di questi, talvolta, tragici equivoci?

Cos’è l’errore giudiziario?

L’errore giudiziario si verifica quando un individuo viene erroneamente condannato per un crimine che non ha commesso o quando la sentenza emessa dal giudice non è in linea con la verità dei fatti. La vittima di errore giudiziario viene riconosciuta innocente a seguito di un processo di revisione, previsto dal codice penale come ultima possibilità per correggere un errore giudiziario.

L’ingiusta detenzione in carcere è sicuramente la conseguenza più grave di questo fenomeno. Tuttavia, differisce dall’errore giudiziario, poiché l’imputato non è condannato, ma solamente sottoposto a misura cautelare preventiva.

Le conseguenze di un errore giudiziario possono avere effetti devastanti, non solo nella vita di chi lo subisce e dei suoi famigliari, ma anche per la fiducia che i cittadini riservano nel sistema giudiziario, nonché per le casse dello Stato.

Secondo i dati dell’Osservatorio sull’Errore Giudiziario dell’Unione delle Camere Penali Italiani, tra il 1991 e il 2022 ci sono stati 222 errori giudiziari in Italia, con una media di 7 errori all’anno e una spesa in risarcimenti di oltre 86 milioni di euro, 2,7 milioni all’anno. Per quanto riguarda invece le ingiuste detenzioni, nello stesso periodo di tempo le vittime accertate sono oltre 30 mila e lo Stato ha speso complessivamente circa 933 milioni di euro tra indennizzi e risarcimenti.

Le cause degli errori giudiziari

Le cause di un errore giudiziario possono essere molteplici e di vario genere.

Tra queste ci sono analisi forensi errate o carenti, pregiudizi e false credenze da parte dei giudici o pressioni nei confronti della magistratura. Anche il condizionamento dei mass media e dell’opinione pubblica può portare i giudici e gli inquirenti a commettere degli errori durante le indagini.

L’inadeguatezza delle indagini, sviste e disattenzioni, sono un altro fattore che può giocare un ruolo significativo nel determinare gli errori giudiziari. A questo si aggiungono le false testimonianze della vittima o dei testimoni, ma anche errate interpretazioni da parte di investigatori e giudici riguardo le prove di un crimine.

In questi casi si parla spesso di bias di conferma, un fenomeno psicologico che porta le autorità investigative e giudiziarie a interpretare selettivamente le prove in modo da confermare le loro ipotesi preesistenti, ignorando o sottovalutando le informazioni contrarie. Questo può comportare a un’errata identificazione dei colpevoli o a una valutazione distorta delle prove a carico o a discarico dell’imputato.

Esempi di errori giudiziari in Italia

In Italia esistono diverse strade per ribaltare una condanna errata, come la revisione del processo o il ricorso in Cassazione. Tuttavia, questi rimedi non sono sempre accessibili o efficaci e spesso si scontrano con ostacoli procedurali e burocratici.

Nella storia del nostro Paese ci sono diversi esempi di errori giudiziari accertati e riconosciuti. Uno di questi (sicuramente tra i più eclatanti) è quello che riguarda il noto ex conduttore televisivo Enzo Tortora, arrestato nel 1983 e condannato erroneamente in primo per traffico di droga.

Un altro esempio famoso riguarda il pastore sardo Beniamino Zuccheddu, accusato di aver ucciso altri tre pastori e che ha scontato ingiustamente 32 anni di carcere. Oppure Daniele Barillà, un piccolo imprenditore lombardo arrestato nel 1992 per un grossolano scambio di persona.

Per arrivare a casi più recenti, si possono menzionare Raffaele Sollecito e Amanda Knox, condannati e poi assolti per il famoso delitto di Perugia del 1° novembre 2007 in cui perse la vita la giovane studentessa britannica Meredith Kercher.

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