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Caso Roggero: legittima difesa o omicidio? Cosa dice la legge

Nell’ambito del diritto italiano, la legittima difesa rappresenta una delle principali cause di esimente penale. Tuttavia, affinché si possa parlare di legittima difesa, è necessario che siano rispettati determinati requisiti stabiliti dalla legge.

Legittima difesa: il caso Mario Roggero

Il tema della legittima difesa è sempre stato oggetto di forti discussioni e dibattito circa la sua validità e i suoi limiti.

Un recente caso giudiziario, che ha sollevato non poche polemiche (anche di natura politica), è quello che ha avuto come protagonista Mario Roggero, un gioielliere di Grinzane Cavour, condannato a 17 anni di reclusione per duplice omicidio e tentato omicidio. 

La Corte d’Assise di Asti ha ritenuto fondati gli argomenti accusatori, secondo i quali Roggero avrebbe sparato e ucciso due rapinatori, ferendone un terzo, senza che la sua incolumità fosse stata effettivamente minacciata. Al momento dell’aggressione, infatti, i ladri avevano puntato alla testa del gioielliere solamente una pistola giocattolo, per poi essere stati uccisi fuori dal negozio.

Nonostante questo, il caso ha fatto molto discutere.

Il principio di proporzionalità e necessità

La legge italiana riconosce l’attenuante della legittima difesa solo nel caso in cui la vita o l’integrità fisica di una persona viene messa in pericolo. La difesa, inoltre, dev’essere proporzionata all’aggressione e dev’essere esercitata nel momento stesso in cui viene perpetrato un attacco.

Secondo quanto emerso durante il processo a Roggero, l’uomo avrebbe commesso un “eccesso di legittima difesa“. Il gioielliere di Grinzane Cavour avrebbe sparato ai rapinatori oltre il limite necessario per proteggere sé stesso e i suoi beni, poiché i ladri erano già usciti dal negozio ed erano in procinto di salire in auto.

Nel contesto legale, infatti, il principio di proporzionalità svolge un ruolo chiave. Ciò significa, che la reazione esercitata da una persona per difendersi, non può superare il limite necessario a neutralizzare l’aggressione subita. Al tempo stesso, è necessario stabilire se il difensore potesse evitare di eccedere nella reazione, adottando misure preventive o chiamando le forze dell’ordine. In molti casi, la legge prevede che si esauriscano tutte queste possibilità prima di ricorrere alla legittima difesa.

Infine, è compito dei giudici valutare attentamente le circostanze di ciascun caso, per poter determinare la validità o meno della legittima difesa. Proprio in base a queste valutazioni, la Corte d’Assise di Asti ha ritenuto che Roggero abbia superato i limiti imposti dalla legittima difesa.

Per questo motivo è arrivata la condanna per omicidio.

L’importanza della valutazione con circostanza

Il caso Roggero ha evidenziato ancora una volta la complessità della legittima difesa e la necessità di una valutazione accurata delle circostanze specifiche in cui essa può avvenire.

La legge italiana offre ai cittadini la possibilità di difendersi solo nel caso in cui sia messa a rischio la propria vita o l’integrità fisica, purché nel rispetto dei principi di proporzionalità e necessità.

In conclusione, è fondamentale rispettare i limiti imposti dalla legge per evitare di eccedere in una reazione che potrebbe trasformarsi in un omicidio. La sentenza della Corte d’Assise di Asti su questo caso è testimonio di come la legge venga applicata pedissequamente, valutando attentamente le circostanze specifiche e basandosi sui principi fondamentali della legittima difesa.

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