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Serial killer: i cinque “tipi” di assassini seriali secondo i profiler

Negli anni ’70, l’FBI ha definito le principali motivazioni che spingono i serial killer ad uccidere. Si passa dal tornaconto economico, alla necessità di esercitare il proprio controllo sulle vittime, fino al piacere di uccidere per soddisfare i propri bisogni sessuali.

Serial killer: le motivazioni che spingono ad uccidere secondo l’FBI

I serial killer sono individui che commettono omicidi ripetuti, spesso seguendo un modus operandi specifico. Ciò che spinge questi individui a compiere crimini così violenti e brutali può variare a seconda dei casi e gli esperti hanno cercato di capirne le motivazioni per decenni. Non esiste una risposta univoca alla domanda “cosa spinge i serial killer a uccidere”, ma ci sono diverse ragioni che sono state identificate come potenzialmente spiegative.

Il termine “serial killer” fu coniato intorno agli anni ’70, negli Stati Uniti, da alcuni agenti dell’FBI. In quel periodo, i criminologi stilarono anche una lista delle principali motivazioni che spingono questi efferati criminali a compiere i loro delitti. Nello specifico, i profiler individuarono cinque “tipi” di assassini seriali, delineati sulla base del loro profilo psicologico.

C’è il serial killer edonista, che uccide per il piacere di farlo. Il serial killer per dominio e controllo che ammazza le proprie vittime per soddisfare questo bisogno. Il serial killer visionario che uccide in un momento di delirio e di assoluto distacco dalla realtà. Il serial killer per tornaconto che uccide per un guadagno personale o economico. Infine, il serial killer missionario, spinto all’omicidio per liberare il mondo dal “male” e migliorare la società.

Esempi di serial killer e personalità degli assassini

Una delle motivazioni più comuni che spingono i serial killer a compiere i propri crimini è la ricerca di dominio e controllo. Molti assassini seriali, infatti, si sentono impotenti e privi di controllo nella loro vita, quindi, cercano di compensare o superare questi limiti attraverso l’omicidio. È il caso di Ted Bundy, uno dei serial killer più spietati e popolari d’America.

Quella edonistica è un’altra motivazione altrettanto diffusa tra i serial killer. In questo caso, gli interessati sono guidati da fantasie sessuali disturbanti. Uccidono poiché la violenza è strettamente collegata al desiderio erotico, al bisogno sessuale. Questi individui possono provare piacere, o addirittura raggiungere l’orgasmo, nell’uccidere, torturare e mutilare le loro vittime. Altri ammazzano semplicemente per l’ebrezza di farlo. Vivono come predatori alla costante ricerca delle loro prede, come nel caso di Richard Ramirez.

Un’altra motivazione, anche se meno diffusa, è il tornaconto personale, spesso di carattere economico, come nel caso di Donato Bilancia che uccise sei delle sue diciassette vittime per motivi di denaro. Molti serial killer, invece, uccidono per rabbia e frustrazione, perché provano un profondo disprezzo per la società in cui vivono o vogliono liberare il mondo da una certa categoria di persone. Alcuni assassini seriali hanno attaccato membri di gruppi minoritari, come prostitute, neri, omosessuali o altre minoranze, nel tentativo di dimostrare il loro potere e la loro superiorità.

Infine, alcuni serial killer possono essere spinti a uccidere da “una voce dentro la testa che gli dice di farlo”, per soddisfare un proprio delirio o per obbedire agli ordini di Dio o di Satana. Altri sono spinti da una profonda alienazione sociale e l’omicidio è visto come un modo per raggiungere l’agognato “riconoscimento”.

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