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Microbiologia Forense: scoperti 20 microrganismi che sulla scena del crimine rivelano l’ora del decesso

Uno studio americano ha rilevato che esistono 20 specie di microrganismi che sulla scena del crimine permettono di stabilire l’orario del decesso di una persona, indipendentemente da fattori climatici e ambientali.

Scoperti 20 microrganismi presenti sulla scena del crimine

Determinare l’orario del decesso di una persona è un compito piuttosto difficile per chi si occupa di indagini forensi. Le varianti da tenere in considerazioni sono diverse, tuttavia c’è un elemento comune che rappresenta una costante. Lo ha scoperto di recente uno studio finanziato dall’Istituto Nazionale di Giustizia (Nij) degli Stati Uniti e pubblicato sulla rivista Nature Microbiology.

I risultati emersi dalla ricerca rivelano che esistono una ventina di microrganismi “spazzini”, funghi e batteri, che agiscono con tempi e modalità sempre uguali, svelando l’ora del decesso di una persona con sorprendente precisione. Una scoperta già rinvenuta in passato, dopo alcuni studi su cadaveri umani e topi, ma che all’epoca non considerava anche la variabilità delle condizioni esterne.

Lo studio di Nature Microbiology

Lo studio pubblicato su Nature Microbiology ha evidenziato una rete universale di microrganismi decompositori, dimostrando che agiscono secondo tempi e sinergie prevedibili, indipendentemente dalle condizioni di temperatura, umidità e luogo di decesso.

La ricerca, condotta da Jessica Metcalf e Zachary Burcham della Colorado State University, ha esaminato la decomposizione di 36 cadaveri per tre settimane in tre diverse strutture all’aperto degli Stati Uniti (Colorado, Texas e Tennessee), in stagioni e climi differenti.

L’analisi ha portato alla scoperta di una sorta di “catena di montaggio” della digestione e del riciclo di alcuni componenti del corpo umano. Ad esempio, funghi come Candida e Yarrowia, in collaborazione con il batterio Oblitimonas alkaliphila, si sono rivelati fondamentali in questo processo.

Secondo i ricercatori, questi microrganismi presenti sulla scena del crimine, che non si trovano nel terreno e nemmeno sulla pelle o nell’intestino umano, sembrerebbero arrivare dagli insetti che sono attratti dai cadaveri, come la mosca carnaria o gli scarabei delle carogne.

Un orologio microbiologico efficiente

I dati raccolti dagli scenziati sono stati poi elaborati tramite sistemi di machine learning, dando vita a uno straordinario “orologio microbiologico”. Questo sistema è in grado di risalire all’ora del decesso di una persona, con una precisione notevole entro un periodo di tre giorni dalla morte. Variabili come la stazza del defunto o le condizioni esterne possono influenzare il margine di errore. Tuttavia, il modello promette futuri sviluppi che renderanno le indagini forensi ancora più precise ed efficaci.

“Quando si tratta di indagare la scena di morte ci sono pochissimi tipi di prove fisiche che saranno sicuramente presenti” ha spiegato l’esperto di scienze forensi David Carter della Chaminade University di Honolulu. “Non si sa mai se ci saranno impronte digitali, macchie di sangue o filmati delle telecamere. Ma i microbi saranno sempre lì”.

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