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Kataleya: continuano le ricerche della bimba scomparsa

Una sparizione improvvisa. Un ex hotel occupato da stranieri e l’ombra del racket. Che fine ha fatto la piccola Kataleya?

Continuano senza sosta le ricerche della piccola Kataleya, la bimba peruviana di 5 anni sparita nel nulla sabato 10 giugno nei pressi dell’ex hotel Astor, oggi palazzo abbandonato e occupato. La vicenda è seguita dall’Associazione Penelope Italia che si occupa dei bambini scomparsi e dispersi e del sostegno alle famiglie.      

Cosa è successo nell’hotel ora occupato

Un ex hotel oggi totalmente abbandonato e abitato esclusivamente da famiglie straniere in particolare sudamericani e romeni, fazioni differenti che sicuramente non hanno facilità a condividere la gestione dell’immobile. La madre di Kataleya, Kathrina è stata ascoltata più volte dal momento esatto della sparizione della bambina, denunciata da subito e sostenuta da tutta la comunità sudamericana e peruviana.

La donna, ha riferito alcuni particolari importanti, la bambina infatti era affidata allo zio, fratello della madre, perché la donna lavorava e il padre si trovava nel carcere di Sollicciano per reati economici, furto e utilizzo indebito di carte di credito.    .

Da qualche giorno, si stanno intensificando le ricerche che coinvolgono non solo lo stabile nel quale abita la famiglia della bimba, che ha anche un fratello più grande che in queste ore è stato ascoltato, ma sono presenti vie di collegamento esterne non coperte da telecamere e quindi facilmente occultabili.

Gli inquirenti, al momento, non escludono nessuna ipotesi considerando l’ambiente nel quale vive la famiglia e le possibili discussioni a causa delle differenti nazionalità delle famiglie occupanti. Gli scenari che si aprono possono essere variegati e differenti e sulla sparizione della bambina indagano i Pm Giuseppe Ledda e Christine Von Borries della Dda di Firenze.

L’ipotesi del racket, le testimonianze da verificare e le nuove perquisizioni

Nelle scorse settimane, il padre della bambina è stato scarcerato con obbligo di firma. Ricordiamo che, appena venuto a conoscenza della sparizione della bimba, ha tentato di togliersi la vita. Gesto replicato nei giorni seguenti anche dalla madre della bimba, ovviamente nulla di grave ma questo duplice episodio potrebbe già rappresentare un qualcosa.

Le indagini, si stanno soffermando sulle tanti e differenti testimonianze che vengono segnalate e poi smentite dai dati e delle circostanze. Segnalazioni, ipotesi e le ore che più passano più rendono difficile ritrovare la bambina. Ed è proprio su questo punto che gli inquirenti stanno lavorando: sembra ormai credibile l’ipotesi di un rapimento forse, a scopo estorsivo.

Tra le piste che si stanno seguendo, anche grazie all’aiuto dei genitori della piccola e della comunità sudamericana in particolare peruviana, vi è la possibile strada del racket degli affitti. Ipotesi che cresce sempre di più portando alla luce discussioni, litigi e ricatti avvenuti nel palazzo. Si parla anche di alcune faide e discussioni violente all’interno dello stabile che vede, appunto, gruppi etnici differenti come riportato dal quotidiano La Repubblica.

Nel frattempo in questo fine settimana qualcosa si è mosso. Lo stabile è stato evacuato e la famiglia della bimba messa in sicurezza. Le ricerche sono andate avanti per tre giorni grazie all’utilizzo di apparecchiature tecnologiche specifiche (sonde, telecamere e droni).

E’ stato analizzato ogni piccolo angolo e intercapedine dell’ex hotel Astor, comprese vie di fuga, purtroppo senza nessuna traccia della bambina. Durante la perquisizione però, è stato rinvenuto un cellulare nascosto in un cassonetto che ora sarà analizzato. I genitori di Kata continuano a lanciare accorati appelli, affidandosi anche all’ex generale dei RIS di Parma Luciano Garofalo, in qualità di consulente, per non escludere nessuna pista.

I casi noti di sparizione e la cronaca

Se proviamo a ripercorrere la cronaca degli ultimi vent’anni, possiamo ricordare alcuni casi di sparizioni improvvise che ancora oggi fanno parlare e riportano alla luce anche il trauma e la delusione che si trovano a vivere queste famiglie quando all’improvviso un figlio non si trova più.  

Angela Celentano, scompare nel nulla all’età di tre anni sul Monte Faito il 10 agosto 1996. La bambina si trovava con i genitori e degli amici per una scampagnata all’aperto quando improvvisamente non si è più trovata. Nessuno ha saputo mai nulla, sebbene in questi anni ci sono state tante segnalazioni, il più delle volte errate e senza riscontri da parte delle forze dell’ordine.

Denise Pipitone è invece scomparsa il primo settembre del 2004 all’età di quattro anni a Mazara del Vallo (Tp) e da allora non è stata più ritrovata. La madre Piera Maggio, più volte è andata in televisione, ha chiesto aiuto, diffondendo foto e dati della bambina e fondando un’associazione “cerchiamo Denise” che oggi è attiva, sostiene e aiuta in tutti questi casi di sparizioni sospette. Ad oggi, nonostante segnalazioni continue e falsi allarmi, non è stata ritrovata e deitro questa sparizione, si è parlato anche di ricatti, depistaggi e tanto tanto altro.  

L’associazione Penelope Italia, oggi si occupa di sostenere le famiglie, di aiutare a far luce sulle sparizioni sospette e di diffondere il più possibile una corretta informazione, perché a volte le notizie diffuse e non verificate o inoltrate alla stampa senza discernimento, possono anche far male e dare speranze che si rivelano infondate.

Una vicenda, quella di Katalina, che si spera arrivi ad una soluzione. Continuerà sicuramente a sollecitare l’opinione pubblica.

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