A Milano fino al 4 giugno allo Spazio Ventura XV sarà possibile visitare Serial Killer Exhibition una mostra inquietante quanto dettagliata sui serial killer di tutto il pianeta: Ted Bundy, Zodiac, il Mostro di Firenze, Jack Lo Squartatore, Jeffrey Dahmer, la Saponificatrice di Correggio, il Vampiro di Parigi, Charles Manson, solo per citarne alcuni. Pronti a conoscere l’origine del male?
Una mostra a tratti scioccante eppure magnetica, in cui il visitatore è immerso nelle vite e nelle menti dei serial killer più feroci e crudeli. Un’esposizione che richiede tempo, dalle due alle tre ore, per attraversare il percorso espositivo di ben 1500 mq accompagnati da un’audioguida, sotto lo sguardo di criminali capaci delle peggiori nefandezze, ma anche di quello delle loro vittime.
Serial Killer Exhibition, in mostra oggetti appartenuti agli assassini
Un’immersione nel male più profondo in cui ci si muove fra oggetti appartenuti ai criminali, ricostruzioni di scene del crimine e di alcuni luoghi teatro dei delitti più efferati.
Qualche esempio? La cucina della Saponificatrice di Correggio, la riproduzione del presunto coltello usato da Jack lo squartatore per uccidere e mutilare le proprie vittime, una lettera autografa di Aileen Wuornos (che ha ispirato il film “Monster”), l’impronta palmare originale con autografo di Jeffrey Dahmer con tanto di riproduzione dei freezer in cui conservata pezzi di cadavere, la targa originale della Fiat 127 blu coinvolta nel secondo duplice omicidio del Mostro di Firenze, gli indumenti di Peter Sutcliffe (lo Squartatore di Yorkshire), una lettera autografa scritta in carcere da Ted Bundy, le bacchette da pasto usate dal killer cannibale giapponese Issei Sagawa, piatti e posate del killer cannibale tedesco Armin Meiwss, la mannaia usata di Antonio Boggia (criminale ottocentesco detto “Il mostro di Milano”), la riproduzione delle bambole umane di Anatolij Moskvin, la riproduzione delle maschere usate dai serial killer che hanno ucciso mascherati e tanto altro ancora.
Serial killer, perché uccidono?
Sono davvero molte le informazioni che i visitatori possono raccogliere durante il percorso capace di far entrare immediatamente gli avventori nella mente dei killer e comprende cosa li ha spinti ad uccidere, scoprendo l’esistenza di serial killer:
– missionari, uccidono per liberare il mondo da una certa categoria di individui allo scopo di migliorare la società
– visionari, uccidono durante momenti di distacco dalla realtà assecondando delle voci che sente o per obbedire a Dio o Satana
– edonista, uccide per il piacere di farlo, creando una forte connessione fra violenza fisica e gratificazione sessuale
– per dominio e controllo, uccidono per esercitare potere sulle loro vittime per compensare sentimenti di impotenza o inadeguatezza
– per tornaconto, uccidono per guadagno personale, spesso di carattere economico
Ma la mostra va oltre l’aspetto voyeuristico e si prefigge di informare, approfondire temi come la violenza, la pena di morte, il cannibalismo, i disturbi mentali e i comportamenti deviati.
I contenuti, infatti, intendono indagare il fenomeno criminale in tutte le sue declinazioni e senza giudizio.
Interessante la sezione “Arte criminale” con scritti e disegni autografi di alcuni serial killer americani, alcuni dei quali realizzati pochi istanti prima la loro esecuzione.
Nella sezione “Pena capitale” con la riproduzione fedele di una camera a gas, una sedia elettrica, una forca, una postazione destinata alla fucilazione e all’iniezione letale.
Cosa dicono i serial killer dei loro delitti?
Vi siete mai chiesti come i serial killer giustificano e vivono i loro omicidi? Ecco una selezione di alcune delle frasi pronunciate durante interrogatori o interviste. Fra delirio e lucidità, in ogni caso di una freddezza che fa accapponare la pelle.
“Uccidere le prostitute era diventata un’ossessione per me. Non potevo trattenermi. Era come una droga” (Peter Sutcliffe – lo Squartatore di Yorkshire)
“In realtà mi considero un guerriero. Sentivo che, per quanto fossi fuorviato, stavo combattendo per preservare la razza bianca” (Joseph Paul Franklin – Il killer razzista)
“Costringo una donna ad andare dove voglio, e quando sono lì dico: ‘Sapete una cosa? Sono stato ferito quindi lo sto rifacendo’. Poi le uccido” (Moses Sithole – Il killer dell’ABC)
“Non volevo ferirli, volevo solo ucciderli” (David Berkoviz – Il figlio di Sam)
“I serial killer fanno su piccola scala, ciò che i governi fanno su larga scala. Sono prodotti dei nostri tempi e questi sono tempi assetati di sangue” (Richard Ramirez)
“Noi serial killer siamo i vostri figli, i vostri mariti, siamo ovunque” (Ted Bundy)
Da Cesare Lombroso alle Scienze Forensi
Come è nata l’espressione serial killer? Quanto è intelligente un serial killer? A quali etnie appartengono? Come scelgono le loro vittime? Quali sono i fattori di rischio? L’esibizione risponde anche a queste domande e in una sezione imperdibile racconta pregi e difetti dell’attività di Cesare Lombroso, come anche la nascita e lo sviluppo delle Scienze Forensi.
Il consiglio è quello di osservare con attenzione le teche in cui si parla di Entomologia, si potrebbe scorgere qualcosa muoversi.
I più temerari potranno anche fare delle esperienze immersive nello spazio interattivo.
E per finire da notare come le vittime, molto spesso messe in secondo piano o addirittura dimenticate, nella mostra siano protagoniste quanto i loro assassini, con tanto di nomi e volti. Ricordarle è un dovere.
Il sito della mostra: https://italmostre.it/serial-killer/