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Green pass e falsi certificati medici: le aziende si affidano agli investigatori privati

Boom di certificati medici: con l’obbligatorietà del green pass nei luoghi di lavoro, il numero dei certificati di malattia è aumentato del 22,6%

Il 15 ottobre scorso, giorno in cui è scattato l’obbligo del green pass per tutti i lavoratori, il numero dei certificati medici è salito del 22,6%. I dati parlano di 400 mila casi, tra esenzioni (circa 300 mila) e certificati di malattia (circa 90 mila). Il sospetto che si tratti di un escamotage per evitare la sospensione dal lavoro e dallo stipendio è molto elevato. Anche per la presenza, all’interno del comparto sanitario, di medici contrari al vaccino e magari inclini ad elargire con facilità qualche giorno di malattia. Per questo motivo, molte le aziende hanno deciso di rivolgersi alle agenzie di investigazioni private per verificare la veridicità dello stato di malattia.

“Nei giorni scorsi” ha raccontato Valentina Tarricone, general manager dell’agenzia investigativa FirstNet Security “abbiamo assistito ad un boom di richieste da parte delle aziende per le agenzie di investigazione privata. La necessità? Verificare che i dipendenti ‘malati‘ fossero effettivamente a casa in malattia e non si dedicassero ad altre attività”. Ogni azienda, infatti, conta all’interno del proprio organico qualche dipendente contrario alla vaccinazione e al green pass. Nonostante sia vietato sapere se un lavoratore è in possesso del certificato verde, almeno finché non arriva in azienda, tramite vie traverse (i social costituiscono un esempio) i datori di lavoro possono venire a conoscenza delle opinioni dei propri dipendenti e valutare la possibilità di effettuare dei controlli.

Controlli che alcuni casi hanno dimostrato la fondatezza dei sospetti. Come ha confermato Valentina Tarricone nel suo racconto, molti lavoratori in possesso del certificato di malattia, invece di starsene a casa, hanno trascorso la giornata normalmente, come niente fosse. “Abbiamo verificato diverse situazioni. Da chi andava in palestra o a fare la spesa, a chi si appartava nei parcheggi con le amanti”. È il caso di manager over 50, che in corrispondenza del 15 ottobre si era dato per malato. Sospettando della veridicità del certificato di malattia, l’azienda si è rivolta all’agenzia investigativa per effettuare dei controlli. L’uomo è stato sorpreso per tre giorni di fila, in tre parcheggi diversi, con tre amanti diverse.

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