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Vigilanza privata frenata dalla burocrazia

Il comparto della sicurezza privata lancia un appello al Governo: la burocrazia rischia di lasciare a piedi i lavoratori
Il settore della vigilanza privata protesta per gli inutili e dispendiosi passaggi burocratici che rischiano mi mettere sulla strada i lavoratori. È quanto è stato discusso nei giorni scorsi in un incontro tenutosi a Roma tra le organizzazioni sindacali e datoriali del settore della sicurezza privata e la senatrice leghista Anna Cinzia Bonfrisco, a riguardo dell’emergenza del rilascio delle certificazioni mediche per le guardie giurate.
Secondo il nuovo regolamento infatti, la visita medica biennale per il porto d’armi dev’essere effettuata dai vigilantes presso le strutture pubbliche delle Asl e gli ospedali militari. Questo comporta un consistente dispendio in termini di tempo e denaro, considerando che per il rinnovo del porto di pistola occorrono un minimo di 4/5 visite, di 3/4 mesi di attesa e di un costo che si aggira intorno ai 300/350 euro (nel caso in cui ci si rivolga alle Asl si può arrivare anche a 600 euro). Le guardie giurate chiedono pertanto di avere un trattamento pari a quello dei poliziotti e carabinieri.
“Con tali procedure” ha sottolineato il segretario nazionale di Savip, Vincenzo del Vicario, “i costi sono lievitati esponenzialmente e spesso restano a carico dei lavoratori. Se poi le pastoie impediscono di rinnovare in tempo utile i titoli, la guardia rischia di trovarsi anche senza lavoro”. Durante l’incontro è stato esposto anche un altro problema di natura burocratica che affligge il settore, ovvero la procedura di rilascio dei decreti di approvazione della nomina a guardia giurata e del relativo porto d’armi che dallo scorso marzo è stata relegata alla Prefettura di residenza dei vigilantes, indipendentemente dalla provincia in cui gli stessi prestano servizio. Un altro passo indietro per le imprese che operano nel settore della vigilanza privata e per i loro dipendenti, in termini di costi e tempo.
Inevitabile quindi l’appello al Governo, in particolare al Ministro dell’Interno Salvini, al fine di aprire un dialogo costruttivo e strutturato nel tempo per salvaguardare gli interessi di un settore diventato negli anni indispensabile per il mantenimento dell’ordine pubblico. Sostegno anche da parte dell’onorevole Bonfrisco, che al termine dell’incontro ha dichiarato: “Il nostro è e sarà il governo della semplificazione, questa è una tematica sensibile che riguarda non solo la sicurezza pubblica, ma anche l’impatto economico che il settore della vigilanza ha sul Paese: un certificato in più può tradursi in due posti di lavoro in meno e questo deve essere evitato perché bisogna sgravare le imprese da inutili e dispendiosi aggravi burocratici”.

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