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Tutte le piste del caso Emanuela Orlandi

Quante sono le piste che nel caso Emanuela Orlandi si sono succedute negli anni? Tante, tantissime, troppe, molte più apparenti che reali, altre senza risposta da decenni. Anche per questo è un mistero così longevo. Vediamole tutte. Pensavate fossero così tante?

Pista turca

Si tratterebbe di un rapimento politico, per scambiare Emanuela col terrorista turco Alì Agca, ipotesi già scartata dalla magistratura inquirente per le tante contraddittorie affermazioni del diretto interessato e le scarse prove reali di essere in possesso di Emanuela fornite dai numerosi, troppi telefonisti.

Pista del rapimento eseguito della Banda della Magliana

Sarebbe stato realizzato per riavere indietro i soldi prestati a Papa Wojtyla allo scopo di finanziare i movimenti anticomunisti in Polonia (ma davvero con tutte le sue disponibilità economiche il Vaticano aveva bisogno di inguaiarsi con dei criminali?). Avvalorata da Sabrina Minardi, ex donna di Renato De Pedis. Il rapimento si sarebbe concluso con l’omicidio dell’ostaggio. De Pedis sarebbe stato sepolto a Sant’Apollinare come ringraziamento per aver fatto un favore al cardinal Poletti, quello di eliminare la Orlandi. Non si capisce il nesso tra l’uno e l’altra, però, e poi, in realtà, De Pedis fu sepolto lì perché aveva donato somme enormi alla Curia e si era quindi “comprato” il posto.

Pista del rapimento svolto dai servizi segreti

Emanuela finisce in un manicomio di Londra. Fu un’invenzione dal falso ex agente segreto “Lupo Solitario”, al secolo Luigi Gastrini.

Pista del rapimento (col beneplacito del Vaticano)

Per portarla alla reggia del Liechtenstein, per sfamare le voglie del principe regnante Hans Adam (nessuna prova). La inventa Agca molti anni dopo.

Pista di Emanuela Orlandi monaca

La ragazza chissà perché, si è fatta (o è stata costretta a diventare) monaca nel convento di Peppange o di Sabbiona. Chi la sostiene? Il solito Agca.

Pista del falso rapimento (col beneplacito di Wojtyla)

Emanuela viene tenuta nascosta sotto falsa identità da Wojtyla, a causa di un suo possibile rapimento (cioè, per impedire un sequestro, la sequestra lui). Oppure è in Sudamerica, sotto alta protezione. Lo ha sostenuto in tribunale Oral Celik, coimputato di Agca per l’attentato al Papa.

Piste estere

Piste che pretendono di vedere Emanuela viva di volta in volta in Turchia o a Bolzano, Parigi, nell’Europa dell’Est, Mosul. Con nessun o scarso grado di certezza.

Pista di Emanuela Orlandi islamica

La Orlandi avrebbe sposato uno dei suoi rapitori (la Sindrome di Stoccolma non manca mai) e si sarebbe convertita all’Islam. Alternativa a quella di lei suora.

Pista del sequestro per stupro

Emanuela sarebbe stata seguita nei giorni precedenti (il che è anche vero) da due ragazzi. Autore della violenza: l’allora rettore della basilica di S. Apollinare, don Piero Vergari. Del rettore esiste un’imbarazzante intercettazione telefonica tra lui e un seminarista, a sfondo sessuale, il che però non vuol dire che abbia fatto del male a Emanuela. In un’altra versione, Emanuela avrebbe confidato a un’amica delle Medie, una settimana prima della sparizione, che un alto prelato ci aveva provato con lei nei giardini vaticani. Che ci fossero cardinali pedofili lo ha spiegato a Pietro Orlandi proprio un membro della Gendarmeria Vaticana (cioè la polizia della Santa Sede).

Pista del sequestro a scopo di traffico sessuale

Ci credevano il cardinale Silvio Oddi e l’avvocato Gennaro Egidio, a suo tempo legale degli Orlandi e della mamma di Mirella Gregori. Pista che non ha trovato riscontri. Gli ’80, va detto, erano anche anni in cui c’erano molte leggende metropolitane sulla “tratta delle bianche”. Quindi possono esserci cascati anche Egidio e Oddi, che d’altronde non esibirono prove a riguardo.

Pista del finto rapimento di Emanuela e di Mirella Gregori

Ne parla il fotografo romano Marco Fassoni Accetti, che si autoaccusa. Un sequestro voluto da alcuni ecclesiastici con il supporto di un gruppo di laici tra cui lui, per andare contro un altro gruppo di prelati vaticani. Sequestro, attenzione, finto, cioè realizzato col consenso delle due vittime. Che poi sarebbe durato 6 mesi e si sarebbe concluso fuori dal controllo di Accetti, che dice di essere stato anche uno dei telefonisti.

Pista del rito satanico sessuale

Conclusosi con morte di Emanuela, vaneggiamento di don Gabriele Amorth, esorcista del Vaticano che ignora che i veri satanisti non fanno sacrifici di nessun genere. E che in Italia non s’è mai verificato nulla di questo tipo, non perché astrattamente non sia possibile (tutto è possibile), ma perché proprio il satanismo vero è un’altra cosa. In questa versione sarebbero coinvolti diplomatici vaticani, elementi della Gendarmeria.

Pista delle orge in ambiente diplomatico

Che si svolgerebbero con minorenni. Ma un conto sono le orge (magari violente) e un conto un sequestro con omicidio. Un po’ troppo. Sequestrare e uccidere una ragazzina è qualcosa che a quei livelli non si fa, se ne sanno le conseguenze. Rende però l’idea di quanto gli ambienti altolocati siano sempre stati sospettati, almeno a livello popolare, di essere responsabili.

Pista di Boston

Parte dal fatto che uno dei messaggi giunti alla famiglia è scritto con la stessa grafia di uno giunto successivamente da Boston. Città nella quale, nel 2002, ci sarà un enorme scandalo di preti pedofili. Al netto delle coincidenze, probabilmente i due messaggi sono stati scritti da uno dei personaggi di cui abbiamo parlato sopra.

Pista di Emanuela finta moglie di suo fratello Pietro

E’ stato sostenuto anche questo. I due, secondo la fotografa romana Roberta Hidalgo, abiterebbero insieme. Lei ci crede davvero.

Foto di Alexander Lam su Unsplash

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