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Omicidio Sarah Scazzi: Michele Misseri torna libero

A fine febbraio Michele Misseri tornerà ad essere un uomo libero dopo aver trascorso otto anni nel carcere di Lecce. Condannato per la soppressione del cadavere della nipote Sarah, il contadino pugliese continua a dichiararsi colpevole del suo omicidio.

Da febbraio Michele Misseri tornerà in libertà. Dopo aver trascorso gli ultimi otto anni in prigione, lo zio di Sarah Scazzi lascerà il carcere di Lecce dove era detenuto per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove.

Resteranno invece in galera la moglie Cosima Serrano e la figlia Sabrina, ritenute le vere responsabili dell’omicidio.

I fatti di Avetrana

In base alla sentenza della Corte di Cassazione, Misseri avrebbe caricato in auto il cadavere della nipote e l’avrebbe gettato in un pozzo in campagna. Il giorno del delitto, il 26 agosto 2010, Sarah avrebbe dovuto raggiungere la casa della cugina Sabrina per andare insieme al mare, ma scomparve nel nulla. Il suo corpo senza vita fu ritrovato più di 40 giorni dopo, in seguito alle rivelazioni dello zio, che sosteneva di aver trovato il cellulare della nipote in campagna, per poi confessarne il delitto. Successivamente ritrattò tutto, dichiarando di aver molestato e assassinato la quindicenne, e di aver nascosto il suo corpo in una cisterna interrata. In un successivo interrogatorio coinvolse anche la figlia, la quale giurò di essere estranea ai fatti. Sabrina fu arrestata nell’ottobre 2010, mentre la madre, condannata insieme a lei alla pena dell’ergastolo, fu incarcerata a maggio 2011 con l’accusa di concorso in omicidio e sequestro di persona. Attualmente si trovano entrambe nel carcere di Taranto, dove stanno scontando la pena dell’ergastolo.

Misseri continua a dichiararsi colpevole

Michele Misseri, ancora oggi, continua a sostenere di essere l’unico responsabile della vicenda. Secondo lui, la moglie e la figlia sarebbero ingiustamente recluse. Ciononostante, a fine febbraio uscirà di prigione dopo essere stato un detenuto modello e grazie alla legge “svuota carceri”, anticipando così di un anno la sua libertà.

Durante gli anni trascorsi in carcere, Misseri ha ottenuto la licenza media, non ha mai chiesto permessi e ha svolto lavori di falegnameria e giardinaggio.

Il ricorso per uscire di carcere

Il contadino di Avetrana, che a marzo compirà settant’anni, ha presentato ricorso tramite il suo avvocato Luca La Tanza. Accolto dal magistrato di sorveglianza lo scorso 22 febbraio, il provvedimento ne chiedeva la scarcerazione per via delle pessime condizioni di vita all’interno della cella. Senza doccia e acqua calda, il detenuto non aveva a disposizione nemmeno 3 metri quadrati. Questa situazione, alla base della decisione per la libertà dell’uomo, è stata valutata incompatibile con la dignità umana.

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