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L’ipotesi «geografica» del presunto Mostro di Milano

L’analisi dell’attività geo-spaziale di un autore di reato seriale si è affermata come un nuovo strumento di supporto nelle investigazioni, e anche con una specificità verso un metodo di indagine denominato Geographic Profiling, che ha l’intento principale di restringere l’area in cui dovrebbe essere situata la “home base” dell’offender.

In particolare, il geographic profiling (Rossmo 2000, 2005, 2016) è una metodologia investigativa di matrice criminologica che abilita le agenzie di controllo a priorizzare geograficamente una determinata area dove è possibile ricercare il punto di ancoraggio del reo, attraverso la valutazione qualitativa e quantitativa della dislocazione delle locations degli eventi offensivi. La tecnica “spaziale” interviene in presenza di particolari crimini, anche efferati, come gli omicidi seriali, le aggressioni sessuali, gli atti incendiari in serie, le rapine ed i furti ripetitivi. Questo strumento investigativo sfrutta la componente geografica dei crimini (distance, mobility, directions, movements, mental map, locality sociodemographic) e costituisce un’appendice del criminal profiling e dell’analisi investigativa-comportamentale della scena del crimine ma, rispetto a questo tipo di analisi, indirizza il suo focus sulla «scena geografica del crimine».

Se fosse accertata la pista investigativa dei delitti “a catena”, l’azione seriale del presunto killer di Milano si collocherebbe negli anni tra il 1963 ed il 1976, consumata principalmente nell’area del centro di Milano, in danno di giovani donne (stiliste, affittacamere, cassiere, studentesse, prostitute). Tutti i crimini, nonostante gli sforzi investigativi, sono rimasti senza colpevoli.

In assenza dei documenti ufficiali delle indagini, le informazioni sui delitti e sulle vittime sono documentate da informazioni pubbliche provenienti da fonti aperte, per lo più da articoli di stampa on-line: 

  1. Olimpia Drusin, 1963, risiedeva nella zona di Parco Sempione, pugnalata a morte nel quartiere Greco di Milano, in via Pontano 45, dove si prostituiva. 
  2. Elisabetta Casarotto, 1964, massacrata a coltellate a Cascina Decima a Lacchiarella, nella zona a sud di Milano, abitava in Via Sercognani.
  3. Adele Margherita Dossena, al civico 18 di via Copernico, venne uccisa il 16 febbraio 1970 con diverse decine di coltellate su tutto il corpo.
  4. Salvina Rota, strangolata e seviziata con una lima il 16 giugno 1971, in via Tonale al civico 4.
  5. Simonetta Ferrero, Università Cattolica Del Sacro Cuore, 24 luglio 1971, trovata senza vita, uccisa con 33 coltellate nei bagni dell’ateneo milanese.
  6. Valentina Masneri, 18 marzo 1975, assassinata a coltellate nella sua abitazione di via Settala 57.
  7. Tiziana Moscadelli, febbraio 1976, uccisa nel piccolo appartamento di via Tertulliano 58, dove abitava.

In quest’analisi, l’investigazione geografica verterà, a scopo meramente esemplificativo, solo su alcuni aspetti quantitativi della metodologia del profilo geografico mediante le poche informazioni recuperate in rete, le quali non consentono di poter valutare i fatti secondo una prospettiva geo-spaziale, criminologica, criminalistica ed investigativa più approfondita.

La serie criminosa coinvolge sette delitti. L’area interessata dai reati si estende specialmente nella zona urbana centrale di Milano, con la presenza di una scena geografica del crimine relativamente distante ed esterna alla predetta area. 

Dopo aver “assegnato un peso” ai differenti siti, le coordinate delle location dei crimini sono state inserite all’interno del software di geographic profiling professionale denominato Rigel, ideato da Kim Rossmo e sviluppato da Environmental Criminology Research Inc., utilizzato anche in Italia, dove esiste un solo utente abilitato per specifici reati. L’analisi quantitativa ha generato l’allegata mappa dimostrativa, isopleta e coropleta, a cui è associato, iniziando dalla zona di colore arancione/giallo (peak profile), un diverso gradiente di probabilità secondo cui determinate aree contengono il punto di ancoraggio del criminale. Ogni regione “colorata” può assistere le agenzie investigative nella gerarchizzazione della zona per le ricerche dell’offender e, dunque, nella messa a punto di opportune strategie investigative (elaborazione della lista dei sospettati, consultazione strategica dei database, impiego razionale delle pattuglie e delle attività di pedinamento, strategia mediatica e di sensibilizzazione).

Nel caso del presunto mostro di Milano, si ritiene che l’autore dei reati tenga un “legame personale spaziale” con le scene degli eventi criminosi, abbia un’area di caccia nelle zone centrali della Città, in luoghi dove è più facile spostarsi e dove anche il sistema di trasporto pubblico è più efficiente. La zona contraddistinta dal picco del profilo geografico criminale è un’area densamente abitata, a tratti turistica, assai frequentata anche in ragione della presenza della Stazione Centrale, in prossimità della quale si sono verificati tre delitti, presumibilmente afferenti alla serie. Pur considerando l’ipotesi di un offender che non abiti nella zona contraddistinta dal profilo geografico a causa delle peculiarità sociodemografiche dell’area, caratterizzata dalla presenza di distretti economici rilevanti (il “quadrilatero della moda”, il commercialissimo Corso Buenos Aires) nonché di attrattori e generatori di criminalità (aree problematiche come via Padova, stazione Centrale e dintorni, via Benedetto Marcello, Piazzale Maciachini), che generano un flusso continuo di persone, e dell’estensione assai ristretta dell’area dei crimini, è evidente che l’offender agisce, si muove in modo confortevole e libero in tutta la zona dei delitti. Non è da escludere la previsione di un soggetto che avesse un’occupazione all’interno del settore territoriale di picco del profilo e che avesse avuto, di conseguenza, qualche contatto con le vittime o una conoscenza delle stesse.

L’intento di questo breve articolo divulgativo è stato quello di introdurre la complessa tecnica di Rossmo e la funzionalità del geographic profiling nel contesto dell’investigazione criminologica.

Domingo Magliocca

Applied Criminology for Investigation and Security – Geographic Profiling

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