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La coppia dell’acido, analisi criminologica di un amore malato

“Non bisogna dire che un atto urta la coscienza comune perché è criminale, ma è criminale perché urta la coscienza comune. Non lo biasimiamo perché è un reato, ma è un reato perché lo biasimiamo”. (Durkheim, 1983)

Diabolica. È questo l’aggettivo che ha identificato e contraddistinto per anni Alexandre Boettcher e Martina Levato, la coppia criminale che nell’inverno del 2014 sconvolse l’Italia e in particolare Milano con le sue aggressioni.

Broker milanese e con la passione per la palestra e le discoteche lui, studentessa della Milano bene lei, vennero arrestati nel 2015 dopo l’aggressione e lo sfregio con del materiale corrosivo di ben tre ragazzi di Milano.

Sono passati ormai dieci anni ma questa storia è rimasta nella mente e nel ricordo dell’opinione pubblica per la violenza e la modalità che ha contraddistinto queste aggressioni.

Il modus operandi della coppia e le aggressioni

E’ difficile ricostruire la vicenda che vede coinvolta questa coppia, più che altro perché le aggressioni sono state ravvicinate e hanno coinvolte persone che oggi, nei casi più gravi e dopo anni di interventi, stanno cercando di rifarsi una vita. Tutte le storie però hanno un unico comun denominatore, Martina Levato.

Pietro Barbini, Stefano Savi, un tentativo di evirazione ai danni di Antonio Margarito e un tentato sfregio per Giuliano Carparelli che, fortunatamente, è riuscito a salvarsi. Tutti ragazzi tranquilli, istruiti e giovani, con una vita normale e che avevano avuto brevi flirt con Martina Levato e per questo andavano puniti.

Alexandre Boettcher è stato condannato a 21 anni e Martina Lavato a 16. Insieme a loro però, è stato anche condannato Andrea Magnani, amico, autista e complice del broker a 9 anni e otto mesi.

Non mi dilungherò sul come queste vittime siano state aggredite e raggiunte dalla coppia in quanto la cronaca ha dato una ricostruzione più che opportuna non solo delle persone coinvolte, delle paure e di quanto è stato difficile ricostruire la propria vita. Le aggressioni con l’acido, infatti, sono vere e proprie identità violate. Questa tipologia di reati oggi è punita nel Codice Rosso e identificato come reato di sfregio perché cancella, brucia e corrode l’espressione del viso. Una doppia condanna.

La coppia criminale e il rapporto malato

Sesso, potere e sottomissione. Per cercare di capire come hanno agito Alexander Boettcher e Martina Levato, bisogna comprendere cosa c’era alla base del loro rapporto, che ha portato alla nascita di un bambino che al momento è stato adottato.

Un rapporto fatto di manipolazione e di pratiche inusuali. Una vera e propria devozione che Martina provava per Alexander e che si è identificata con una esclusività e un controllo totale su di lei e sul suo corpo. Scarnificazioni, depurazioni e un rapporto basato sull’esclusività con un predominio totale dell’altro. Una vera e propria dipendenza affettiva che rende il rapporto malato e perverso. Diabolico.

Lui dominante, maschio alfa con una ossessione per il corpo, l’alimentazione e lo sport. Lei completamente soggiogata da questo uomo, dalle sue teorie e dalle sue idee.

Scipio Sighele psicologo, sociologo e criminologo italiano, ha ben descritto nella sua opera “La coppia criminale” questi rapporti perversi che si creano, dove per coppia si intende l’unione di due soggetti che commettono dei reati o una serie di reati. Lo psicologo, allievo di Cesare Lombroso e precursore della corrente sociologica della “Scuola Positiva” si chiede quale sia la ragione che spinge un individuo a commettere un determinato reato, elencando delle vere e proprie sottocategorie di queste coppie criminali.

Sighele, studiando vari casi di coppie criminali, analizzò il legame che si creava tra due individui con basi concrete nella dipendenza affettiva, che identificava uno dei due o entrambi i soggetti della coppia. Un’altra accezione che rappresenta l’autore riguarda il suicidio di coppia, che in alcuni casi può rappresentarsi  dopo un reato o per le conseguenze sopraggiunte.  

Il lavoro fatto da Sighele è sicuramente molto importante, l’elemento su cui vorrei focalizzare l’attenzione riguarda proprio lo strumento del sesso come arma potente di persuasione e suggestione all’interno del rapporto di coppia criminale. Un vero e proprio attaccamento. Un possesso ed esclusività, come rappresentato dalle incisioni sul viso di Martina Levato e sulla coscia, una “A” di Alex. Quasi a rappresentare una sua totale abnegazione e proprietà.

Se vogliamo trovare anche un altro spunto di lettura e approfondimento, possiamo chiedere aiuto alla psichiatria francese, in particolare il concetto di “follia a due” o “Folie à deux” introdotto dagli psichiatri  Lasegue e Falret, per questo motivo anche conosciuta come sindrome di Lasègue-Falret, che identificava i deliri paranoidei che vengono trasmessi dall’uno all’ altro tra i componenti di una coppia. Il cosiddetto disturbo psicotico condiviso, parliamo di persone in stretto contatto tra loro che vivono una situazione di simbiosi, spesso isolate dal mondo.

Senza scendere nei particolari di una vicenda morbosa e anche dolorosa, è da chiarire come a volte le dinamiche che si intersecano all’interno di una coppia possano dar vita ad esplosioni di varia natura: violente, psicotiche e di controllo. Nelle ultime settimana, proprio partendo da questo caso di cronaca, alcune redazioni stanno provando a ricostruire la vicenda.

Alex Springer, pioniere del giornalismo popolare tedesco, aveva una convinzione indistruttibile. Sosteneva che la carta stampata doveva reggersi su tre parole: sesso, sangue e soldi. A sentir l’autore un quotidiano o un settimanale capace di occuparsi a fondo di scandali sessuali, di delitti e di soldi era destinato ad avere un successo sicuro garantendo.

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