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Intelligenza Artificiale, dove stiamo andando?

Tutti ne parlano, è l’argomento del momento. L’Intelligenza Artificiale sta animando il dibattito pubblico, anche grazie al successo riscosso da Chat GPT, la chatbot lanciata da Open AI alcuni mesi fa. Le opportunità sono sotto gli occhi di tutti, ma è lecito chiedersi: in quale direzione stiamo andando? Quali sono i rischi connessi all’AI?

L’Intelligenza Artificiale, e la tecnologia più in generale, sta pian piano conquistando e cambiando il nostro mondo, o meglio, tutto quello che finora conoscevamo ed eravamo abituati a fare.

Certo, non è una novità. In tempi non sospetti avevamo già sentito parlare di AI e machine learning, ma non a questi livelli, non con questa intensità. Sembrava piuttosto si trattasse di qualcosa di lontano, distante dalla realtà di tutti i giorni. Più vicino ai romanzi e ai film di fantascienza che ognuno di noi (chi più chi meno) ha letto o visto.

Eppure, dopo la pandemia, la corsa alla digitalizzazione ha cambiato andatura. Il digitale ha assunto uno spazio sempre più importante (e se vogliamo anche “ingombrante”) nel nostro quotidiano, professionale e non solo, stravolgendone le regole, spalancando nuovi scenari e sollevando più di qualche dubbio e perplessità.

“Dove stiamo andando?” ci stiamo chiedendo tutti.

La tecnologia ha senza dubbio il merito di semplificare l’operato dell’essere umano nella sua massima estensione del termine. Se prendiamo ad esempio Chat GPT (che probabilmente tutti noi abbiamo testato almeno una volta), è possibile constatare quanto sia utile per lo svolgimento di molte attività basilari, ma essenziali.

Io stesso ho avuto l’occasione di testarlo e non nascondo di aver provato un certo entusiasmo rispetto ai risultati ottenuti e ai possibili sviluppi offerti da questo strumento. Dal punto di vista di un’azienda, Chat GPT può indubbiamente snellire alcune procedure definite “a basso valore aggiunto”, aiutando le persone in tutte quelle operazioni routinarie che altrimenti richiederebbero il dovuto dispendio di tempo ed energie.

Partendo dal presupposto che ogni strumento ha effetti positivi o negativi a seconda di come lo si usa, l’Intelligenza Artificiale ci offre senza dubbio la possibilità di espandere i nostri orizzonti e di migliorare le attività di ogni giorno, per concentraci su altre più strategiche e profittevoli.

Tuttavia, è inutile nascondersi, l’AI presenta anche alcuni pericoli, quegli stessi pericoli che provocano in noi i dubbi che ho menzionato poc’anzi.

In questi ultimi anni, ci siamo abituati a vivere con il fiato degli hacker sul collo. L’escalation tecnologica e digitale, a cui abbiamo assistito dall’inizio della pandemia, ha comportato anche un aumento considerevole degli attacchi informatici. L’AI non si sottrae certamente al rischio di essere portatrice di nuove minacce alla sicurezza informatica delle organizzazioni ed impone ad aziende, persone e istituzioni profonde riflessioni, di potenziare le proprie difese e di proteggersi ulteriormente.

L’altro spauracchio, che alberga in ognuno di noi, è che l’Intelligenza Artificiale finisca col sostituire il lavoro dell’uomo. Al momento anche no, ma in futuro cosa accadrà? E per futuro, probabilmente, non si intende fra duecento anni, visto come sono cambiate in fretta le cose nell’ultimo periodo.

Assisteremo ad una maggiore verticalizzazione del mercato del lavoro? Può essere, è un fenomeno già in atto. Il mondo del lavoro sta cambiando radicalmente e lato domanda necessita di profili sempre più specializzati.

Non facciamoci prendere dalle emozioni, piuttosto impariamo a conoscere l’Intelligenza Artificiale.

Ogni volta che mi trovo di fronte a dei dubbi, a delle perplessità, reagisco sempre allo stesso modo: mi metto a studiare, m’informo, sperimento, cerco di capire, di guardare le due facce della stessa medaglia, di osservarle da vicino e da lontano.

L’AI è uno “strumento” e come tale è nostro dovere saperlo governare.

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