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Il delitto di Avetrana: una storia che continua a dividere

Il delitto di Avetrana è tornato al centro dell’attenzione mediatica con la nuova serie Tv “Qui non è Hollywood”, distribuita su Disney Plus. La fiction ripercorre le tappe che hanno portato e alla condanna all’ergastolo di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rievocando una delle vicende più drammatiche della cronaca nera italiana.

Qui non è Hollywood riaccende i riflettori sul delitto di Avetrana

Dopo una disputa iniziale sul titolo, la serie tv “Qui non è Hollywood” (originariamente intitolata Avetrana – Qui non è Hollywood), ha dovuto rinunciare al nome del comune pugliese su richiesta dell’amministrazione locale, che voleva evitare un’associazione diretta con il drammatico evento. Nonostante il blocco temporaneo da parte del Tribunale di Taranto, la serie Tv è in onda su Disney Plus e riporta in auge uno dei casi giudiziari più discussi degli ultimi anni.

Tratta dal libro “Sarah – La ragazza di Avetrana” di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni, la fiction racconta la vicenda dell’omicidio di Sarah Scazzi, approfondendo i punti di vista di tutte le persone coinvolte. La serie non risparmia critiche alla spietatezza mediatica con cui fu affrontato il caso. La prontezza dei giornalisti nel trasformare il dramma in spettacolo, dimenticando che dietro a quell’atroce delitto c’era una giovane vita spezzata, è risultato a dir poco disarmante, portando a profonde riflessioni nel corso degli anni a venire.

L’omicidio di Sarah Scazzi: cosa è successo

Il 21 febbraio 2017 la Corte Suprema di Cassazione ha confermato in via definitiva le condanne all’ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Secondo i magistrati, ad uccidere la quindicenne furono la zia e la cugina e non, come si pensava inizialmente, lo zio della vittima, Michele Misseri.

Stando alle indagini, il 26 agosto 2010 Sarah si era recata, come spesso faceva, a casa della cugina Sabrina. Le due ragazze dovevano trascorrere una giornata al mare assieme a Mariangela Spagnoletti, un’amica comune. Tuttavia, Mariangela dichiarò di non aver mai visto la Sarah quel giorno e notò un’insolita agitazione in Sabrina. Quest’ultima, infatti, le aveva subito confidato il sospetto che sua cugina fosse stata rapita da qualcuno. Sulla base delle parole di Sabrina iniziarono le prime indagini, che però non portarono a nulla di concreto.

Una volta abbandonata la pista del rapimento e dell’allontanamento volontario della giovane, i sospetti cominciarono a convergere sulla famiglia Misseri. Tra silenzi e dichiarazioni contraddittorie, Michele Misseri confessò di aver ucciso la nipote e indicò ai procuratori il luogo dove aveva occultato il cadavere. Come molti ricorderanno, infatti, la notizia del ritrovamento del corpo di Sarah fu diffusa durante la trasmissione “Chi l’ha Visto?”, proprio mentre Sabrina Misseri era collegata in studio.

Dubbi e perplessità sui veri colpevoli

Da quel momento, la vicenda divenne ancora più complessa. Misseri, dopo aver cambiato versione più volte, accusò la figlia Sabrina, portando alla luce una serie di rapporti ambigui e tensioni familiari. Il movente sembrerebbe le gelosie e i risentimenti dovuti alle attenzioni che Ivano Russo, amico di Sabrina, rivolgeva a Sarah.

Con il proseguire delle indagini, emerse che a strangolare e a uccidere la quindicenne di Avetrana erano state proprio Sabrina e Cosima, mentre Michele si era occupato solamente di occultare il cadavere. Questo susseguirsi di dichiarazioni e smentite ha trasformato il caso in uno dei più intricati e discussi nella storia della cronaca nera italiana.

Ancora oggi, nonostante tutto, nuovi dettagli continuano ad emergere. L’ultima dichiarazione di Valentina Misseri, l’altra figlia di Michele e Cosima, confermerebbe infatti che il vero responsabile dell’omicidio di Sarah sia proprio lo zio e che quindi, dietro al complesso caso, si nasconda un gravissimo errore giudiziario.

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