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Edgar Morin: “È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”. Riflessioni sociologiche sull’educazione nel mondo della complessità

Il pensiero di Edgar Morin nasce come risposta alla sfida della complessità, intesa come caratteristica principale della società odierna. L’educazione deve favorire e stimolare la missione di ogni educatore ovvero il raggiungimento dell’autonomia e la libertà della mente tramite la cultura ed eliminare l’errore.

Edgar Morin ha da poco compiuto 100 anni e forse questa è l’occasione giusta per affrontare il pensiero del pedagogista il cui vero nome è Edgar Nahoum. Filosofo e sociologo francese noto per l’approccio transdisciplinare con cui ha trattato un’ampia gamma di argomenti, fra cui l’epistemologia che oggi rientra nell’analisi della complessità scolastica e dei saperi che i ragazzi devono possedere.

Morin riprende il pensiero di Montaigne, sostenendo la necessità un’educazione fondata non tanto sull’idea di una “testa ben piena” dove il sapere è accumulato in maniera sistematica e non dispone di un principio di selezione e organizzazione che gli dia un senso, quanto piuttosto sull’idea di una “testa ben fatta” con un’attitudine e tempestività nel trattare ed affrontare problemi, con principi organizzatori che permettono di collegare i saperi e dare un senso attraverso la loro interconnessione.

La finalità dell’educazione pertanto non è dare all’allievo una quantità sempre maggiore di conoscenza, ma insegnare ai ragazzi “l’arte di vivere“, formando menti in grado di affrontare le sfide della complessità. Si assiste così ad un passaggio da una scuola suddivisa in discipline e affidata a competenze settoriali ad una “scuola di vita” che permette all’allievo di esprimere le proprie inclinazioni, i propri talenti e le proprie attitudini, conquistando l’autonomia della mente, senza la dipendenza dalla cultura che la nutre.

La scuola, in questi discorsi, diventa un anello determinante all’interno del processo di orientamento ai valori che dalle giovani generazioni deve svilupparsi all’interno della società mondiale, oggi multidisciplinare. Deve essere impresa educativa e promuovere valori universali processo educativo deve, per questo, uscire dalle dimensioni private e ridefinire completamente i suoi profili pubblici.

La finalità della scuola diventa quella di favorire lo sviluppo della persona umana, attraverso e verso l’educazione ai valori. Quando si allontana da queste funzioni, perde la sua posizione di centralità e di priorità nella società e nel sistema istituzionale.

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