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Donazione organi tra pazienti con HIV: dove è possibile e il via libera della Spagna

Il Paese pioniere del trapianto di organi tra pazienti sieropositivi è stato il Sud Africa, già nel 2008, seguito dagli Stati Uniti. Molto attivo è anche il Regno Unito. L’Italia ha approvato la procedura nel 2018. La Spagna ha scelto di andare nella medesima direzione, a luglio 2025.

Passo storico per la Spagna nell’ambito dei trapianti d’organo: dopo quadi 40 anni ha abrogato una legge del 1987, che vietava la donazione da parte di persone sieropositive. La decisione è stata resa pubblica a dicembre del 2024, dalla ministra della Salute Mónica García, nel dicembre 2024, ma è entrata ufficialmente in vigore lunedì 7 luglio 2025. D’ora in poi, saranno possibili le donazioni di organi da pazienti viventi o deceduti con HIV ad altre persone affette dal virus.

“L’abrogazione di questo provvedimento rappresenta un debito storico che l’ONT e il settore dei trapianti avevano nei confronti della popolazione con infezione da Hiv”, ha affermato la direttrice generale dell’Organizzazione Nazionale dei Trapianti (Ont), Beatriz Domínguez-Gil, come riportato da Euronews.

Quella della Spagna è senz’altro una svolta epocale, tuttavia non è l’unico Paese ad aver intrapreso questa direzione: il Sud Africa è stato il primo ad autorizzare trapianti d’organo tra persone sieropositive, seguito dagli Stati Uniti, Regno Unito e Italia.

Una legge del 1987 in linea con il contesto storico

La legge che vietava la donazione d’organi da persone affette da HIV nasceva in un preciso contesto storico, in cui la patologia non era curabile e prevenirne la diffusione era la priorità. Col trascorrere degli anni, gli enormi progressi della medicina hanno permesso di arrivare al superamento della normativa.

In Spagna, ogni anno sono circa cinquanta i pazienti sieropositivi che entrano in lista di trapianto. Sinora hanno potuto ricevere organi esclusivamente da donatori non infetti, da oggi invece, grazie al nuovo quadro legislativo, potranno ricevere organi da donatori, sia viventi che deceduti, affetti da Hiv.

Nell’ultimo decennio – secondo l’Organizzazione Nazionale Trapianti spagnola – sono andati “perduti” 65 potenziali donatori deceduti con infezione da HIV. Con i loro organi e tessuti si sarebbero potuti eseguire fino a 165 trapianti.

Le ragioni della svolta

In Spagna, i trapianti per pazienti HIV positivi sono stati eseguiti fin dal primo decennio di questo secolo. Oggi, nel Paese vengono eseguiti trapianti di tutti i tipi di organo su pazienti HIV positivi: fino a dicembre 2024, sono stati effettuati 311 trapianti di rene, 510 trapianti di fegato, 11 trapianti di polmone, 10 trapianti di cuore e un trapianto di pancreas e rene.

Nel corso degli anni, i pazienti affetti da HIV, sottoposti a trapianto, hanno mostrato un andamento favorevole grazie ai nuovi trattamenti antiretrovirali, che non interagiscono con la terapia immunosoppressiva necessaria per prevenire il rigetto dell’organo, e al cambiamento nella storia naturale della co-infezione da virus dell’epatite C determinato dall’uso di antivirali ad azione diretta.

La nuova direzione intrapresa dal governo iberico – sottolinea la ministra della Salute Mónica García – oltre ad aumentare la disponibilità di organi, “mira a eliminare lo stigma sociale associato alle persone affette da HIV”.

Sud Africa pioniere dei trapianti tra persone HIV positive

La Spagna – come accennato in apertura – non è l’unico Paese ad aver aperto al trapianto d’organi tra soggetti HIV positivi. Il primo Paese al mondo è stato il Sud Africa, che ha consentito la pratica già nel 2008. La pionieristica decisione è scaturita dall’alta incidenza di casi di HIV nel Paese e dalla conseguente necessità urgente di aumentare la disponibilità di organi trapiantabili.

La medesima direzione è stata intrapresa dagli Stati Uniti: l’Hiv Organ Policy Equity (Hope) Act è stato firmato nel 2013. Nel novembre 2015, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani ha pubblicato i criteri di ricerca e le garanzie finali per il trapianto di organi di donatori HIV+ in riceventi HIV+. I primi pazienti che hanno beneficiato del provvedimento, hanno ricevuto il trapianto nel 2016.

Il Regno Unito è uno dei Paesi più attivi nell’ambito dei trapianti tra persone con HIV. Ora sta valutando la possibilità e la sicurezza di effettuare trapianti da donatori HIV positivi a pazienti non sieropositivi.

Nella lista rientra anche l’Italia: nel 2018, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – e dunque reso esecutivo – il protocollo che permette la donazione di organi da pazienti HIV positivi ad altri pazienti con infezione da HIV. Fino a settembre 2023, nel nostro Paese sono stati effettuati 15 trapianti da donatori HIV positivi verso riceventi HIV positivi. Nello specifico, 6 trapianti di rene e 9 trapianti di fegato.

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