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Direttiva anti-SLAPP: nuove norme UE contro le querele bavaglio

Le misure anti-SLAPP approvate dal Parlamento europeo tuteleranno media e attivisti dalle cosiddette querele bavaglio. Entro due anni dalla loro pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, i singoli Stati membri dovranno recepirle all’interno dell’ordinamento nazionale.  

Contro le cause temerarie che minacciano la libertà di espressione e il diritto alla critica sono state introdotte le leggi Anti-SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation). Fondamentali per garantire che singoli individui e organizzazioni non vengano intimiditi da azioni legali strategiche mirate a soffocare il dibattito pubblico, le normative servono a contrastare le querele cosiddette bavaglio.

Che cos’è una SLAPP?

Si tratta di una denuncia intentata non tanto per ottenere la giustizia o la riparazione di un torto, ma per mettere a tacere chi abbia espresso opinioni scomode. Queste azioni implicano procedimenti legali lunghi e costosi che ostacolano la libertà di stampa.

Le norme anti-SLAPP sono state promulgate in diversi paesi per impedire il ricorso a tali pratiche, scoraggiando i querelanti a cominciare cause prive di fondamento.

Il Parlamento europeo, infatti, ha approvato una direttiva che, concordata con il Consiglio a novembre dello scorso anno, promette di tutelare media e attivisti da potenziali cause legali strategiche.

Le nuove norme, che hanno ottenuto 546 voti favorevoli, 47 contrari e 31 astensioni, hanno l’obiettivo richiedere il rigetto anticipato delle cause ritenute frivole o vessatorie.

Riguarda cause tranfrontaliere, ma non quelle in cui il convenuto e il ricorrente provengono dallo stesso Stato UE in cui si trova il tribunale o quando è rilevante solo per un Paese.

I tempi e le garanzie delle norme anti-SLAPP

Nel corso dei negoziati con i governi UE, i deputati hanno ottenuto due tipi di garanzie:

  • l’archiviazione anticipata, nel caso di causa infondata;
  • l’attribuzione al ricorrente del pagamento delle spese processuali.

La direttiva entrerà in vigore venti giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Successivamente, i singoli Stati membri dovranno recepire la nuova normativa entro due anni nel diritto nazionale, con ampi margini di decisione.

Per garantire un aiuto concreto alle vittime, i governi UE dovranno consentire l’accesso al gratuito patrocinio, nonché un sostegno sia finanziario che psicologico. Tutte le sentenze definitive legate ai casi SLAPP dovranno inoltre essere rese pubbliche, permettendo una dettagliata raccolta dei relativi dati. 

In ricordo della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, uccisa nel 2017, la vicepresidente della Commissione Europea Vera Jourova ha deciso di intitolare la direttiva “legge di Daphne”. La donna morì con numerosi procedimenti legali a suo carico.

La situazione in Italia

In Italia questo tipo di querele bavaglio è molto diffuso. Per impedire rivelazioni ritenute sconvenienti, spesso viene fatto ricorso a minacce legali. Per questo, il Parlamento italiano è stato invitato a seguire le pronunce della Corte Costituzionale in materia di diffamazione. Tuttavia, perché la direttiva entri a far parte dell’ordinamento italiano, occorreranno ancora due anni.

La speranza è che, in seguito all’introduzione di queste norme, sarà possibile proteggere la libertà di espressione, garantendo un ambiente più democratico e aperto, senza timori di ritorsioni legali.

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