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Criminologia e psichiatria forense studiano e approfondiscono l’amore

Vehementi amare: danni collaterali da dipendenza affettiva

“Anche un sasso viene consumato da una pioggia troppo forte”, Arthur Golden, scrittore statunitense, definiva così l’amore. Un’ottima metafora per descrivere come un amore malato potrebbe distruggere uno dei partner, uomo o donna che sia. È sempre più frequente sentir parlare di omicidi passionali, femminicidi, violenze su donne e uomini. Bisogna chiedersi ora cos’è che spinge una persona innamorata a commettere un’azione violenta contro il proprio partner; si tratta solo di una paura relativa ad una presunta perdita fisica della persona?

Queste supposizioni spesso ne sono le cause reali, ma vediamo meglio nel dettaglio cosa vuol dire “Vehementi amare”; diversi studi scientifici, negli anni, hanno provato a trovare una risposta plausibile alle mille domande che ci si pone relativamente ad un amore sbagliato o malato.

Una relazione sana tutela l’integrità del proprio partner, quando non vi è una completezza di coppia ecco che insorgono i primi problemi, all’inizio banali e sottovalutati per poi divenire ossessivi. Si può parlare di paura dell’abbandono che, con tale causa, viene a mancare una giusta autostima, si indossa una maschera di grandiosità e narcisismo apparente, la quale nasconde proprio un soggetto debole e non sottomesso; è un metodo di autodifesa come se sentisse una grande necessità di continua rassicurazione, di una paura relativa a un’emozione infondata. Come l’abbandono, l’amore difettoso può essere nato da una forte dipendenza affettiva; la psichiatria forense, descrive la stessa come una particolare categoria di disturbo dipendente di personalità.

Tale disturbo lo si ritrova in tante relazioni, molto spesso sentiamo parlare di un “amore sbagliato” o “mal d’amore”. I segnali d’allarme della dipendenza affettiva sono equiparabili alle altre forme di dipendenza che conosciamo: passione, tolleranza, astinenza, perdita di controllo.

Questa tipologia di dipendenza in cui si combatte tra ansia, timore di abbandono, bassa autostima, pensieri negativi, gelosia, rendono una relazione di coppia difficoltosa e problematica.

L’equilibrio è alla base di ogni relazione, la coppia deve essere complementare e flessibile; nei rapporti di possessività queste definizioni perdono l’integrità strutturale dando così vita a atti di violenza.

Il disturbo affettivo, o disturbo dell’umore, presenta un insieme di sindromi e sintomi diversi in ogni soggetto; la persona vive una grave alterazione dell’umore, esso può essere di depressione o esaltazione, molte volte lo si ritrova alla base dei comportamenti dissociali di interesse psichiatrico-forense.

I segni maniacali sono sintomi relativi a uno stato di eccitamento, mentre l’incapacità di controllo e la vivace fantasia inducono uno stato inadeguato di riflessione tra pensiero e azione. Questo scompenso va a determinare lo stato di una relazione sia essa precipitosa e disordinata, collegata solo dai vari stimoli interni e esterni; ogni istinto emotivo perde la sua naturale sensibilità, avviene una netta inibizione e successivamente solo momenti di alta vivacità e disordine tra la coppia.

Chi soffre di questa tipologia di disturbo può commettere fatti illeciti, i quali sono causati proprio dall’entrata imminente della malattia. Questo perché vi è un livello estremizzato dell’esaltazione e dell’euforia, tipo ipomania.

È importante ricordare che da un’esperienza piena di dolore e di una relazione disfunzionale si può cogliere l’opportunità di saper andare avanti e cambiare. Questo passaggio lo ritroviamo nel testo “Giugno. Anime Inquiete” di Massimo Di Veroli. 2017:

“Il dolore è una forza potente” le aveva detto un giorno Anna, “smuove sentimenti profondi che ci portano a scoprire chi siamo davvero. spesso è un virus in grado di avvelenarci dentro; deforma, distrugge, inaridisce. Ma può rappresentare anche un’opportunità se si è capaci di governarlo ed utilizzarlo in maniera costruttiva.

Sfrutta il corto circuito che si è innescato dentro di te.

Nulla è in grado di umiliare e offendere come un’esperienza vissuta sulla propria pelle ma si deve lottare in tutti i modi contro lo stordimento dato dalla sofferenza.  Trai dall’indignazione la forza necessaria per rialzarti ed approfittane per fare della tua vita ciò che hai sempre desiderato senza esserci mai riuscita”.

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