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Bimbo picchiato a Ventimiglia: Ryan potrebbe non esser stato vittima di maltrattamento?

Il piccolo Ryan è uscito dalla terapia intensiva dell’ospedale Gaslini dove era ricoverato dal dicembre 2022. Una storia spiacevole che ha tenuto tutta Italia con il fiato sospeso

Possono tirare un sospiro di sollievo i genitori del piccolo Ryan, il bambino picchiato a Ventimiglia e ricoverato fin da subito -causa ferite importanti- in terapia intensiva presso il Gaslini di Genova.

Nei giorni scorsi l’ospedale ha diramato una comunicazione attraverso la quale informa di un miglioramento del bambino, trasferito ad oggi in reparto. Il piccolo era stato ricoverato causa aggressione con otto costole rotte, milza e polmone collassati, frattura scomposta ed emorragia interna.

È il 19 dicembre 2022 quando il padre del piccolo Ryan viene allertato circa la scomparsa del figlioletto che sembra sia stato investito da un’auto pirata sotto casa, secondo la versione data dai nonni.

Un adattamento fin da subito attenzionato: nei pressi dell’abitazione dei nonni non sembra esserci stata nessuna frenata riconducibile ad un eventuale incidente e le telecamere esterne non mostrano nulla di tutto ciò. I nonni, che avevano in custodia il bimbo più piccolo della coppia, hanno riferito di aver perso di vista il bambino per un attimo, prima di ritrovarlo in strada, ferito senza sapere cosa potesse essere accaduto.

La dinamica dell’incidente e le dichiarazioni che non tornano

Il bambino, subito dopo l’incidente, è stato portato dal compagno della nonna al padre presso il luogo di lavoro. Lo stesso genitore, una volta vista l’espressione del figlio ha subito capito che qualcosa non andava, chiamando e allertando il 118 che lo ha portato immediatamente al Gaslini di Genova tramite elisoccorso, con un ricovero urgente in terapia intensiva.

Fin dall’inizio della vicenda, il compagno della nonna ha sempre sostenuto di non aver mai toccato il bimbo, riportando una serie di dubbi sulla vicenda e i continui sviluppi. Dopo qualche giorno, infatti, l’uomo ha confessato di esser stato lui a picchiare il piccolo.

Una famiglia sicuramente problematica: come stesso spiegato dal padre del bambino, sua madre lo ha abbandonato circa vent’anni fa per scappare via con questo stesso uomo che oggi è il suo compagno, per poi tornare da lui. Una situazione che sicuramente fa da collante in questa circostanza alquanto complessa e dai tratti delicata. Ovviamente sono tante le ipotesi da considerare, che al momento sono al vaglio degli investigatori.

Le dichiarazioni dei nonni e le novità sulle indagini

Dopo i primi giorni di terapia intensiva, come abbiamo già scritto, il bambino sta gradualmente riprendendo le forze, sebbene la notte si svegli e urli a causa di incubi ricorrenti, brevi flash da identificare nell’ambito della sindrome post traumatica da stress.

Nel frattempo, le indagini si stanno concentrando sui nonni, dimostrando come fin da subito le testimonianza degli stessi  fosse contraddittoria e confusa. Il 28 dicembre il compagno della nonna ha infatti confessato quanto accaduto, avallando l’ipotesi delle percosse, seguita dalla dichiarazione della nonna rispondendo quindi all’accusa di lesioni gravissime, mentre per la compagna non si esclude l’ipotesi di favoreggiamento.

È di qualche giorno però la notizia diffusa dalla procura di Imperia, attraverso le parole del procuratore Alberto Lori, di come le gravi lesioni del bambino potrebbero non essere riconducibili alle percosse ma ad altro. Valutando tutte le probabili circostanze.    

Questa ipotesi potrà essere chiarita e approfondita solo quando il bambino sarà in grado di parlare in audizione protetta e ambiente non esposto ad eventuali forme di contatto esterne, affiancato da psicologi e da professionisti che con attenzione sapranno aiutare a far venire fuori la verità o comunque indirizzare gli inquirenti verso qualcosa.

In questa vicenda, come espresso dallo stesso procuratore, la cosa più importante è quella di evitare una possibile strumentalizzazione mediatica del tema: a volte la stampa e i social riescono ad ingigantire ed approfondire vicende come queste che riguardano comunque un minore, chiedendo rispetto e attenzione. Così come richiesto anche dall’avvocata della famiglia.

Lo stesso padre del bambino ha più volte chiesto di non usare frasi o appellativi contro la sua famiglia, sostenendo che sarà disposto a querelare tutte le persone che hanno accusato o puntato il dito contro lui e la moglie. “Con tutti i soldi che riuscirò a recuperare farò una bellissima donazione al Gaslini”.

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