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10 milioni di italiani nella rete del cyber crime

Sono circa 10 milioni gli italiani che hanno subito una violazione informatica ai propri danni o ai danni di un famigliare: il 32% appartengono alla Generazione Z

Circa 10 milioni di italiani sono caduti vittima del cyber crime, in alcuni casi personalmente, in altri ai danni di un proprio familiare. È quanto emerso da una recente ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, che ha coinvolto un campione di utenti di età compresa tra 16 e 74 anni e residenti nelle principali aree metropolitane italiane. Lo studio ha analizzato percezioni, rischi, esperienze personali e misure adottate dagli intervistati in tema di sicurezza informatica. Stando ai numeri, le violazioni hanno riguardato in particolare la Generazione Z e in modo uniforme tutte le zone d’Italia.

Nello specifico, il 32% delle violazioni ha coinvolto persone di età compresa tra 16 e 26 anni (la così detta Generazione Z). Seguono i Millennials (27-40 anni) con il 31% e la Generazione X (41-56 anni) con il 22%. Le persone di età compresa tra 57 e 64 anni (Baby Boomers) hanno registrato il dato più basso (11%). Da un punto di vista geografico, la distribuzione delle violazioni è stata abbastanza uniforme in tutta Italia. Al Nord, il cyber crime ha colpito il 21% dei cittadini. La quota passa al 22% nel Sud e al 25% nel Centro Italia. In cima alla lista della tipologia di utenti più violati figurano coloro che utilizzano spesso i social network (36%), seguiti da persone classificabili come “esperti nel digitale” (28%) e “non esperti” (15%).

La paura di subire una violazione informatica riguarda oltre un italiano su due (53%). La percezione è molto elevata tra i Baby Boomers (58%) e gli abitanti delle aree metropolitane del Centro Italia (56%). Il 30% degli intervistati non percepisce alcun rischio, mentre il 17% non è in grado di valutarlo, né di prevederne le conseguenze. Maggiore sensibilità è riscontrabile tra chi ha già subito delle violazioni (64%), tra gli utenti medi dei social network (59%) e tra gli esperti digitali (57%). In merito alle minacce percepite come più gravi si distinguono il furto di identità (58%), la clonazione della carta di credito (53%) e l’utilizzo dei dati personali per altri scopi (40%).

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