di:  

Maternità surrogata: ok all’adozione per coppia omogenitoriale

Mentre la maternità surrogata continua a dividere, il tribunale di Pesaro ha scelto di mettere al centro il minore: riconosciuta l’adozione al secondo papà in una coppia omogenitoriale. Una decisione innovativa, dopo la legge che vieta la Gpa anche all’estero.

Una sentenza definita “storica” del tribunale per i minorenni di Pesaro ha riconosciuto il diritto all’adozione di un bambino nato con la gestazione per altri (Gpa) all’estero, per il secondo papà di una coppia omogenitoriale. La decisione assume particolare rilievo nel contesto normativo attuale, in particolare alla luce dalla recente legge italiana che qualifica la maternità surrogata come reato universale. Con un pronunciamento che pone al centro il principio del superiore interesse del bambino, i giudici hanno affermato: “Il minore deve essere tutelato al di là della modalità con cui è venuto al mondo”.

Due figli nati con la maternità surrogata

La coppia, composta da due liberi professionisti di Pesaro di 30 e 40 anni, aveva già ottenuto nel 2023, l’adozione di un primo figlio, nato sempre tramite maternità surrogata, negli Stati Uniti. Il padre biologico era stato riconosciuto in Italia, mentre il partner aveva dovuto fare ricorso al percorso di adozione. Il bambino – cittadino americano con doppio cognome – ha sempre vissuto con entrambi i padri.

Nel mentre, anche l’altro genitore ha intrapreso il medesimo percorso – ovvero la Gpa negli Stati Uniti – per avere un secondo figlio. Quest’ultimo è nato prima dell’approvazione della legge italiana che ha reso la maternità surrogata un reato universale, perseguibile anche se commesso all’estero.   

Una sentenza “storica”

La procedura di adozione per il secondo figlio, avviata lo scorso dicembre con l’assistenza dell’avvocata Claudia Fabiani, ha avuto un inaspettato esito positivo per la coppia. La sentenza del tribunale di Pesaro ha di fatto posto al centro la tutela del minore. I giudici hanno affermato a sostegno della loro decisione: “Una discriminazione del bambino fatta derivare dallo stigma verso la decisione dell’adulto di aver fatto ricorso a una tecnica procreativa vietata dal nostro ordinamento, si risolverebbe in una violazione del principio di uguaglianza“. Citando una precedente sentenza della Cassazione, hanno ribadito come “il minore, parte debole e priva di responsabilità, deve essere tutelato al di là della modalità con cui è venuto al mondo” e quindi “l’interpretazione deve essere improntata a un senso di umanità”.    

Dal canto suo, il legale della coppia, Claudia Fabiani come riportato da SkyTG24ha affermato: “Ho assistito questa coppia già nel 2023, quando il tribunale dei minori ha approvato l’adozione richiesta da uno dei due papà, per il primo figlio avuto tramite gestazione per altri (Gpa). La nuova sentenza assume però un’importanza ancora maggiore perché è intervenuta dopo l’approvazione della legge che ha reso la gestazione per altri un reato universale, anche se compiuta in uno Stato estero”.

Gpa precedente all’estensione della legge

La legale ha inoltre aggiunto: “È doveroso sottolineare che i genitori hanno compiuto la gestazione per altri prima che la legge diventasse universale, pertanto non sono penalmente perseguibili. Tuttavia, ci chiedevamo se sarebbe stata accolta una richiesta di adozione simile dopo l’entrata in vigore della nuova normativa”. Ebbene il tribunale ha accolto l’istanza, riconoscendo da un punto di vista civile, il diritto pieno del minore ad avere una famiglia e la bigenitorialità, anche se i genitori sono due papà.

“La sentenza è motivata in maniera davvero acuta e con una mentalità aperta evidenziando come il neonato non può mai essere considerato un disvalore, né il suo interesse può essere strumentalizzato da leggi volte a sopprimere tecniche vietate in Italia e ribadendo il diritto del minore ad avere una famiglia e due genitori che lo riconoscano sotto ogni punto di vista”. Si tratta di una sentenza innovativa, “che dimostra come il diritto del minore venga prima di tutto, anche della legge penale. I genitori sono molto contenti e soddisfatti di questa decisione”

Secondo secondo quanto affermato da Claudia Fabiani, la famiglia si è mostrata attenta ai bisogni di accudimento, cura e responsabilità già con il primo figlio. Un approccio che è stato riconosciuto anche dal tribunale stesso. “Purtroppo in Italia i diritti delle persone omosessuali non sempre si accordano con il diritto alla famiglia. Per questo spesso le coppie si rivolgono all’estero, come nel loro caso in California, per costruire la propria famiglia, senza avere però la certezza che il loro legame avrebbe avuto pieno riconoscimento in Italia, soprattutto alla luce della nuova legge”, ha concluso l’avvocata Fabiani.  

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO!