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Investigazioni, uno scambio di sms prova l’addebito di separazione

Non è una novità che alcuni casi vengano risolti grazie ai contenuti presenti nelle chat o nella casella di posta elettronica: in questo caso uno scambio di sms è costato l’addebito di separazione

Negli ultimi anni le società d’investigazioni private che si occupano di indagini famigliari per comprovare l’esistenza di un reato hanno dovuto far ricorso a competenze informatiche. Sempre più spesso le prove che i detective portano in tribunale consistono in comunicazioni e scambi di messaggi che avvengono su chat come Whatsapp e Messenger o tramite e-mail.

È stato il caso di una donna che con la sentenza n. 664/2020 del Tribunale di Velletri ha ottenuto l’addebito di separazione a carico dell’ex marito. In uno scambio di sms via Whatsapp tra la donna e l’amante, divenuta poi l’attuale compagna dell’ex marito, è emerso che il tradimento è stato la causa della separazione. In sede di giudizio infatti, l’uomo sosteneva che il rapporto extra coniugale non fosse il motivo della crisi con la moglie, che invece risaliva a tempo addietro e trovava origine nell’incompatibilità caratteriale dei due ex coniugi.

La sentenza si è ribaltata a favore dell’ex moglie nel momento in cui è stata in grado di dimostrare ai giudici quanto realmente accaduto e ricostruendo i fatti attraverso la conversazione tenuta con l’amante. Dalla ricostruzione è emerso che l’uomo ha iniziato a frequentare la sua attuale compagna prima della crisi di coppia, mentre addirittura stava per diventare padre per la seconda volta. Grazie alle prove acquisite, il giudice ha accolto la richiesta della donna, riconducendo la fine del matrimonio al comportamento adulterino dell’uomo.

In casi come questi, il nesso di causa esistente tra il tradimento e la fine del matrimonio è fondamentale per stabilire l’addebito di separazione e il mantenimento dei figli. Ovviamente il dovere di dimostrare che il tradimento “ha avuto efficacia causale sull’intollerabilità della convivenza e sulla fine del matrimonio”, spetta al coniuge che avanza la domanda di addebito. Nella maggior parte dei casi, il compito di reperire le prove necessarie in tal senso viene affidato alle società di investigazione, che si avvalgono sempre più di frequente di esperti e professionisti con competenze in ambito informatico.

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