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Investigazioni private e smart working: è caccia ai furbetti

In questi mesi molte aziende si sono affidate ai detective privati per verificare se i propri dipendenti lavoravano o meno da casa: tuttavia i professionisti possono muoversi soltanto entro certi limiti

La pandemia da Covid19 ha aperto nuovi orizzonti nel mondo del lavoro: i dipendenti che nonostante il lock down potevano lavorare da casa hanno continuato a svolgere la propria attività anche nei mesi di marzo e aprile. Inoltre, alla riapertura, molte aziende hanno preferito continuare a lavorare in modalità smart working, onde evitare di riempire inutilmente gli uffici e di esporre i propri dipendenti al rischio contagio. Se da un lato lo smart working offre notevoli vantaggi ai lavoratori, dall’altro però c’è anche la possibilità che qualcuno ne approfitti.

È questo il motivo per cui diverse aziende si sono rivolte alle agenzie investigative per verificare se i propri dipendenti lavoravano effettivamente da casa o dedicavano il tempo a fare altro. Come emerso dalle testimonianze di alcuni professionisti del settore, alcuni lavoratori sono stati pizzicati mentre si trovavano a fare jogging o stavano partecipando a una grigliata con i vicini. Secondo le agenzie investigative europee sono molte le aziende che nel mese di aprile hanno fatto ricorso ai detective privati per verificare il comportamento dei propri dipendenti. Tuttavia, se un certo tipo di controlli in alcuni Paesi è consentito, in Italia anche i professionisti abilitati devono muoversi entro determinati limiti.

Il primo è quello fisico, o meglio un investigatore privato non può fotografare o filmare un dipendente che si trova dentro la propria abitazione. Può farlo soltanto in un luogo pubblico, onde evitare d’incappare nel reato di violazione della sfera intima e privata. L’altro aspetto riguarda invece la giurisdizione in materia di controllo sui dipendenti. Secondo l’articolo 3 dello Statuto dei lavoratori è compito esclusivo del datore di lavoro o dei suoi diretti collaboratori verificare se il dipendente svolge bene o male la mansione per la quale viene retribuito.

Un imprenditore può affidare l’incarico a un investigatore privato soltanto nel caso in cui sospetti di un “comportamento penalmente rilevante” da parte del proprio dipendente. In questo senso s’intende il reato di concorrenza sleale, infedeltà professionale, ma anche assenteismo e abuso della legge 104. Infine, per ulteriori chiarimenti in materia si attende un intervento in materia da parte del legislatore, innanzitutto per definire i limiti normativi dello smart working.

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