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Il rischio reputazionale nell’ottica aziendale

Il rischio corrente o futuro di un decremento degli utili o del fatturato generato da un’immagine aziendale negativa

articolo pubbliredazionale

Il profilo reputazionale di un’azienda, in qualsivoglia ambito lo si intenda, non è più soltanto un tema astratto, ma diventa oggi elemento imprescindibile per garantire all’impresa un’immagine forte e, ciò che più conta, duratura nel tempo. La reputazione influisce su innumerevoli variabili contribuendo in misura significativa al successo di un’impresa o, nella peggiore delle ipotesi, al suo decadimento.

Ma che cosa intendiamo esattamente con il termine “danno reputazionale”? Sebbene l’attenzione nei confronti di questo tema sia in costante aumento, non è possibile addivenire ad una definizione univoca. Da qualcuno viene inteso come il rischio corrente o futuro di un decremento degli utili o del fatturato generato da un’immagine aziendale negativa che si diffonde tra clienti, potenziali o acquisiti, parti avverse, azionisti, soci o investitori; per altri, banalmente consiste in una condotta contraria ad un comportamento ritenuto “giusto” dalla collettività e tale, dunque, da determinare un risultato sfavorevole per l’impresa in termini, per l’appunto, di reputazione.

In qualunque modo lo si recepisca, è assodato che nell’attuale scenario economico il rischio reputazionale coinvolge manager di piccole e grandi aziende e costituisce una grave minaccia non solo per le imprese ma ancor di più per le istituzioni bancarie, che per loro natura, presuppongono la tutela incondizionata della fiducia da parte del mercato di riferimento. Insuccessi, sconfitte, fallimenti, licenziamenti, episodi di cronaca negativi che vedono protagoniste le più grandi aziende di tutte il mondo conferiscono al danno reputazionale maggiore incisività rispetto al passato e ne ampliano i contenuti, scontrandosi nella maggior parte dei casi con imprese incapaci di far fronte ad un fattore di rischio che da sempre rappresenta uno degli elementi principali per la buona riuscita di un’attività imprenditoriale.

Nelle realtà aziendali, la perdita di fiducia si tramuta non solo in un discredito commerciale dell’impresa e/o dei soggetti coinvolti, con la conseguente ed inevitabile perdita di stima da parte delle categorie con le quali si interagisce, ma anche in un ingente danno economico che coinvolge tutti i settori produttivi, senza alcuna distinzione – commenta Salvatore Piccinni, Senior Security e Intelligence Analyst di Inside Agency, agenzia specializzata nella gestione del rischio aziendale, con sedi in USA, Russia, Emirati Arabi, Brasile, Svizzera, UK, Hong Kong e Sudafrica e presente anche in Italia, nelle città metropolitane di Milano e Roma – La maggiore sensibilità dei top manager verso questi temi si può meglio comprendere se si fa riferimento alla rapida evoluzione dei social network e mass-media che, con sempre maggiore frequenza, coinvolgono le aziende su scala globale. Sono necessari anni per costruirsi una reputazione, ma solo pochi minuti per distruggerla. Ecco perché il ricorso alle agenzie investigative per lo svolgimento di tali attività è in costante aumento.

Le richieste che provengono dai nostri clienti coinvolgono tutti i settori di attività (parliamo di aziende farmaceutiche, assicurazioni, finanziarie, automobilistiche, gdo, utilità, etc) e sono tra le più varie: possono avere ad oggetto l’indagine reputazionale di un potenziale partner commerciale con il quale si voglia intraprendere un rapporto professionale e, dunque, si andranno ad analizzare eventuali criticità, il trascorso finanziario, operativo, gestionale, le condizioni economiche, il rischio di compliance .. ; possono riguardare il backgorund lavorativo di manager e dirigenti di aziende destinati a svolgere ruoli strategici all’interno delle stesse … ovviamente tutto ciò al fine di orientare l’attività dei nostri clienti ad una scelta più consapevole e informata, in grado di determinare un esito positivo dell’affare ed evitare forti ripercussioni non solo economiche ma anche reputazionali.

È certamente fondamentale agire in un’ottica di prevenzione, ponendo in essere una serie di attività interne volte al controllo e al monitoraggio costante di tutto ciò che potrebbe risultare dannoso per l’azienda … ma non sempre le aziende sono in grado di agire con anticipo. La precarietà che contraddistingue l’attuale situazione economica-finanziaria, congiuntamente all’impossibilità di prevedere e valutare l’entità del danno reputazionale – continua Salvatore Piccinni – rende sempre più difficile e gravoso identificare quelle condotte che possono generare tale rischio, che non può certamente essere quantificato a priori. Il danno all’immagine infatti non si manifesta in termini monetari.

Si aggiunga poi che la questione si complica quando abbiamo a che fare con un gruppo societario, nel cui contesto il rischio diventa sicuramente più elevato proprio in ragione dell’appartenenza al gruppo medesimo, generando una propagazione repentina ed improvvisa dei fenomeni negativi di una singola entità sull’intera compagine societaria. Ed è per questo motivo che intervengono i nostri analisti, i quali conducono un’attività di tipo qualitativo individuando ciò che potrebbe rappresentare un rischio.

In definitiva, il nostro intervento è propedeutico rispetto ad operazioni societarie quali fusioni, joint-venture, acquisizioni, cessioni, trasferimenti in relazione alle quali, anche in considerazione dell’ingente capitale investito, risulta imprescindibile un’attività di due diligence che possa delineare in maniera dettagliata il profilo della controparte!”

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