I Paesi più pericolosi al mondo si distinguono per alti tassi di criminalità, conflitti e instabilità politica. Analizzando indicatori come il Crime Rate e il Global Peace Index, emergono classifiche che aiutano a comprendere i rischi globali e le dinamiche che caratterizzano queste aree.
Paesi più pericolosi del mondo: Crime Rate e Global Peace Index
In un contesto geopolitico fortemente instabile, determinare quali siano i Paesi più pericolosi al mondo è un compito piuttosto complesso, influenzato da diversi fattori come criminalità, instabilità politica, conflitti armati, presenza di mafie e corruzione, malattie endemiche e disastri ambientali.
Gli indicatori più utilizzati per stabilire il livello di pericolosità di una nazione sono il Crime Rate, che misura i crimini commessi rispetto alla popolazione, e il Global Peace Index (GPI), che analizza 23 parametri relativi alla sicurezza di un paese. Tuttavia, entrambi gli strumenti presentano alcune limitazioni. Il Crime Rate, ad esempio, può essere influenzato dalla scarsa capacità di registrazione dei crimini nella nazioni meno sviluppate, mentre il GPI tiene conto di fattori qualitativi, come la stabilità politica e i conflitti, che possono variare rapidamente nel corso del tempo.
I Paesi con il più alto tasso di criminalità
Secondo i dati di World Population Review del 2024, il Venezuela è lo Stato con il più alto Crime Rate, pari a 82,1. Seguono Papua Nuova Guinea (80,4) e Afghanistan (78,4). Nella top ten compaiono anche Haiti (78,3), Sudafrica (75,5), Honduras (74,3), Trinidad and Tobago (70,8), Siria (69,1), Guyana (68,8) e Perù (67,5), tutti paesi segnati da alti livelli di violenza e instabilità sociale.
L’Italia registra un Crime Rate di 47,3, decisamente inferiore rispetto ai paesi in cima a questa classifica. La criminalità in questi stati non si limita ai furti o agli omicidi, ma spesso è aggravata da sistemi giudiziari deboli, corruzione diffusa e presenza di organizzazioni criminali o terroristiche che minano la sicurezza quotidiana.
Instabilità politica e conflitti: il Global Peace Index
Il Global Peace Index 2024, elaborato dall’Institute for Economics and Peace, determina il livello di “pacificità” di un Paese, ossia la sua tendenza a guerre e conflitti. In cima alla classifica degli Stati meno pacifici si trova lo Yemen, con un GPI di 3,397. A seguire il Sudan (3,327) e il Sudafrica (3,324). Tra i paesi meno pacifici spiccano anche Afghanistan, Ucraina, Repubblica Democratica del Congo, Siria, Russia, Israele e Mali, dove conflitti interni e violazioni dei diritti umani rendono il contesto estremamente pericoloso per residenti e visitatori.
A livello globale, l’Islanda si conferma il Paese più pacifico al mondo, con un GPI di 1,112, mentre l’Italia si colloca in una posizione intermedia, al 33° posto, con un GPI di 1,692. I risultati di queste classifiche evidenziano come fattori strutturali, dalla povertà alla guerra, influenzino profondamente il livello di pericolosità di un Paese. Conflitti armati, tensioni geopolitiche e debolezza istituzionale restano le principali sfide per migliorare la sicurezza globale.