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Garante privacy: ok a più tutele per i dati giudiziari

Il Garante privacy chiede maggiore attenzione per i dati giudiziari: precise finalità, dati aggiornati e tempi di conservazione precisi

Il Garante Privacy comunica il suo parere favorevole relativamente al modello di regolamento previsto dal Ministero della Giustizia per il trattamento dei dati giudiziari.

Lo schema include al suo interno, la maggior parte dei suggerimenti forniti dall’Autorità nel corso di diversi dialoghi con il Ministero della Giustizia. In particolare, l’Autorità chiede, in maniera considerevole, maggiori tutele per le persone, disegnando una serie di garanzie essenziali da adoperare nei settori d’interesse dei dati giudiziari. Si va, così, dall’ambito giuridico al mondo del lavoro, al settore assicurativo a quello delle professioni intellettuali, alla ricerca dal punto di vista storico e statistico, coinvolgendo anche l’aspetto delle conciliazioni e mediazioni civili e commerciali.

La bozza di regolamento si riferisce anche ai dati riguardanti gli indiziati appartenenti ad associazioni a sfondo mafioso. Oltre ciò, si richiede il rispetto di quanto stabilito dal Gdpr (Regolamento generale sulla protezioni dei dati), generando un trattamento dei soli dati essenziali e solo per il tempo ritenuto necessario in ordine alla finalità perseguita.

Il trattamento dei dati dovrà corrispondere a fonti affidabili con l’utilizzo di precise garanzie volte a garantire l’esattezza dei dati trattati. Le medesime informazioni dovranno, altresì, essere sempre aggiornate in base all’andamento della posizioni giuridica del soggetto interessato.

Il Garante per la protezione dei dati personali nell’esprimere ulteriori suggerimenti ha richiesto particolare attenzione ai dati giudiziari raccolti da fonte aperte, così, da ritenere come legittime solo le fonti provenienti da siti istituzionali o dati provenienti da ordini professionali e/o di associazioni di categoria.

L’autorità ha, infine, sottolineato l’importanza di regolamentare i vari trattamenti svolti da soggetti no-profit per dirimere controversia civili e commerciali affrontate con gli strumenti della conciliazione o mediazione, nonché per il trattamento dei dati in determinati settori rilevanti dal punto di vista socio-economico.

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