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Ecco come ti pignoro

Le banche dati a disposizione degli Ufficiali Giudiziari e che vorrebbero gli Investigatori Privati

Si sa che recuperare un credito per via giudiziale è un percorso lungo e travagliato e spesso inefficace. Infatti non basta aver ragione: a poco servono i titoli di credito e le sentenze del tribunale, se dopo aver aspettato e speso non c'è nulla su cui rifarsi, spesso si rimane con un pugno di mosche. La nuova riforma della giustizia varata dal Governo Renzi ha però apportato novità interessanti e di certo necessarie per chi sta aspettando di riavere i propri soldi, dando la possibilità agli Ufficiali Giudiziari – a seguito dell'istanza presentata dal difensore del creditore presso il tribunale competente – di accedere alle banche dati della pubblica amministrazione.

Sarà possibile verificare tutte le disponibilità del debitore direttamente dal computer accedendo all' Anagrafe Tributaria, a quella degli Enti Previdenziali, all'importantissima Anagrafe dei conti correnti (un archivio costantemente aggiornato con indicazioni su depositi, carte di credito, cassette di sicurezza, ecc.). Inoltre attraverso il PRA si potrà accertare la proprietà di veicoli personali o aziendali e sottoporli a fermo.

Spetterà all'Ufficiale Giudiziario stilare una lista dei beni rinvenuti e il creditore avrà diritto a scegliere cosa sottoporre ad esecuzione. Questa modalità impedisce al debitore di occultare le sue proprietà in quanto una volta rintracciate nelle banche dati è tenuto a metterle a disposizione dell'Ufficiale Giudiziario se non vuole incorrere in un reato punibile penalmente.

La possibilità di accedere a questo tipo di ricerca è prevista anche nelle procedure di divorzio per individuare i beni del coniuge e determinare gli alimenti, nelle istruttorie pre fallimentari o per ricostruire la situazione patrimoniale di un interdetto.

Va detto però che è ormai prassi procedere a queste verifiche ancora prima di avviare una procedura legale, ce ne parla l'Avv. Roberto Gobbi, Segretario Generale di Federpol (Federazione Italiana degli Istituti Privati per le Investigazioni le Informazioni e la Sicurezza): “Il mercato delle informazioni e delle investigazioni da sempre collabora e sostiene le indagini utili nei procedimenti giudiziali. Nel caso di specie noi consigliamo sempre di provvedere ad un'attenta indagine patrimoniale prima di intentare una causa giudiziale, proprio per evitare di affrontare costi, che in caso di mancata solvibilità del debitore, andrebbero solo a sommarsi al credito non riscosso. In un ottica di snellimento delle procedure legali e delle moltissime cause che oberano i nostri tribunali, avrebbe senso concedere l'accesso alle banche dati della Pubblica Amministrazione anche agli Investigatori Privati, che in tal modo potrebbero verificare la solvibilità di un debitore molto prima di intentare la causa. Troppo spesso si investono tempo e risorse per poi accorgersi solo alla fine che il gioco non valeva la candela.”

 

di Laura Torresan

© Riproduzione riservata

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