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Dinamica omicidiaria dello schizofrenico

Come la schizofrenia aumenta il rischio di omicidio; osservazione del fenomeno correlato alla malattia mentale.

Un rapporto antichissimo, crimine e malattia mentale, due fenomeni strettamente correlati. Disagio, follia e disfunzioni psichiche sono il connubio perfetto per generare crimini efferati.

Diversi studi hanno evidenziato che le persone affette da malattie mentali non presentano una maggiore aggressività o violenza, tranne che in una condizione particolare, quando nel soggetto è presente una psicosi o patologia grave come la schizofrenia

La sintomatologia della schizofrenia è molto ampia e complessa. Di recente la psichiatria ha circoscritto le caratteristiche sintomatiche della malattia in 3 gruppi:

  1. Distorsione della realtà e disorganizzazione del pensiero

(allucinazioni; deliri; comportamento bizzarro)

  • Impoverimento affettivo

(apatia, asocialità, appiattimento affettivo)

  • Deficit neuropsicologici

(memoria di lavoro, mantenimento dell’attenzione, funzioni esecutive)

Diverse sono le tipologie della malattia: paranoide, disorganizzato, catatonico, indifferenziato e residuo. Il più frequente è quello di tipo paranoide, è caratterizzato da uno o più allucinazioni a contenuto persecutorio (il soggetto è convinto che qualcuno lo stia perseguitando). L’atteggiamento che predomina è di sospetto e risentimento, questa soggezione induce la persona affetta al disturbo a dar vita a episodi di estrema violenza.

Lo schizofrenico è in grado di compiere un omicidio con una moltitudine di motivazioni, dalle più comprensibili a quelle più distorte e di difficile ricostruzione. Se si osserva bene un caso clinico è possibile notare che, la dinamica omicidiaria, manifesta un similare mistero e imprevedibilità, caratterizzata dalla malattia.

Il soggetto schizoide affronta un lungo processo per arrivare all’atto omicidiario. Per comprendere meglio sono stati isolati alcuni punti di repere; le tappe permettono di tracciare i movimenti dello schizofrenico prima di commettere il fatto delittuoso. È bene sottolineare che non tutti i soggetti affetti da tale patologia riescono a eseguire un omicidio seguendo una meticolosità in riferimento ai vari punti di repere. Le tappe e i punti servono a tracciare una traiettoria che determina lo schizofrenico non violento da uno schizofrenico omicidiario.

Se il soggetto segue le tappe in modo metodico, la dinamicità dell’omicidio assume le caratteristiche della patologia schizoide. Diversamente, se non percorre la traiettoria, può rispettare le leggi che regolano un omicidio causato da una persona sana di mente.

L’omicida schizofrenico compie quattro fasi principali:

– la nascita della situazione di pericolo;

– la ricerca delle cause;

– la ricerca delle soluzioni;

– l’omicidio come tentativo;

Nella prima fase si accumulano frustrazioni, disagi e insuccessi reali e non immaginari. Di importante rilevanza è anche il problema con la “famiglia schizofrenogena”, o criminogena, la quale presenta numerosi comportamenti delinquenziali e violenti tra i componenti della famiglia.

Nella famiglia di uno schizofrenico è stato appurato che il 40% dei casi presenta una delle seguenti caratteristiche: padre alcolista e violento, situazione economica precaria, madre con tendenze masochiste ecc. Il comportamento violento, in questi casi, è sia verbale che fisico.

Almeno il 18% dei casi di omicidio da parte di un soggetto schizofrenico è avvenuto dopo un brusco licenziamento lavorativo, unito a altre svariate frustrazioni della persona (come le terapie psichiatriche da seguire).

Lo schizofrenico vive con un perenne senso di frustrazione, per ricercarne le cause deve attraversare due tappe:

1. Pluralizzazione delle cause di pericolo

In questa prima tappa ogni cosa diventa fonte di pericolo. In relazione all’omicidio causato da un soggetto schizofrenico sono individuabili 3 stati d’animo: la Wahnstimmung, il mutamento pauroso e la casualità psicologica mutata. Tra gli schizofrenici che hanno compiuto un delitto il 60% presentava un delirio; tra questi, molti presentavano i 3 stadi d’animo predominanti e caratterizzanti della malattia.

2. Concretizzare le cause di pericolo

Si tratta di un passaggio dall’astratto al concreto, non tipica del soggetto psicotico, ma è presente nell’attività onirica, artistica e poetica.

La pluralizzazione e la concretizzazione delle cause sono due meccanismi psicopatologici attraverso i quali, il soggetto schizofrenico, cerca e identifica la fonte delle proprie frustrazioni sociali e esistenziali.

È stato osservato che in un soggetto schizofrenico la decisione di uccidere è scaturita attraverso vari passaggi psicologici che costituiscono la base dell’atto omicidiario. È un uomo che cammina a ritroso verso l’omicidio, verso tentativi maldestri di risoluzione del pericolo da lui percepito.

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