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Detective allo sbaraglio

Intervista ad Alessandro Cascio, autore del libro.

Nasce da una trentennale esperienza sul campo nel settore della security il libro “Detective allo sbaraglio” di Alessandro Cascio, impegnato da vent’anni anche in quello delle investigazioni. Il torinese Cascio ha voluto mettere su carta la sua esperienza in questo piacevole e godibile saggio. Non solo una lettura interessante per tutti, ma una cronaca, arricchita da note autobiografiche, dell’evoluzione del settore, dedicata ai professionisti di sicurezza e investigazioni, che troveranno molti spunti di confronto e approfondimento.

Su questo e molto altro ha risposto l’autore nell’intervista curata dalla redazione di StopSecret Magazine.
Come nasce l’idea di pubblicare un libro sulla sua esperienza come investigatore privato?
L’anno scorso ho compiuto 50 anni e a maggio del 2017 maturerò 20 anni di presenza nel settore delle investigazioni private. Questi due “traguardi” mi hanno spronato a farmi questo regalo, un sogno che avevo nel cassetto da sempre. Negli ultimi tre anni – inoltre – ho scritto diversi articoli sull’argomento come freelance e questa esperienza è stata una palestra importante per misurarmi con la scrittura.
Recentemente ho scoperto il self publishing e questo mi ha indotto a mettermi alla prova come autore indipendente in attesa – si spera – di essere notato da qualche editore importante.

Quale aspetto della professione di investigatore privato ha suscitato la sua curiosità quando ha deciso di intraprendere questa carriera?
All’inizio – come tutti i neofiti – supponevo di ricevere incarichi intriganti e pericolosi e questa prospettiva si sposava bene con il mio carattere poiché all’epoca mi consideravo un temerario in quanto provenivo dall’ambiente delle arti marziali (Wushu) e mi sentivo – quindi – all’altezza di qualsiasi incarico rischioso. In realtà mi sono avvicinato a questa professione perché mio padre già faceva questo lavoro da trent’anni e – nonostante lui fosse dubbioso – volli lo stesso tentare e – alla fine – venni assunto proprio dalla stessa agenzia investigativa torinese per la quale aveva collaborato lui negli anni ’70.
Com’è cambiata, nella sua esperienza, la professione di investigatore privato in Italia da quando ha mosso i Suoi primi passi nel settore a oggi?
La professione da una parte soffre degli stessi problemi di sempre, ossia di una limitata operatività dovuta all’impossibilità per l’investigatore privato di accedere a determinate banche dati, dall’altra ha beneficiato di una riforma nel 2010 che ha ordinato alcuni aspetti, ovvero ha finalmente legittimato la figura dei collaboratori (C.I.I.E.) e ha riconosciuto e convalidato gli atti atipici come l’appostamento e il pedinamento (osservazione statica e dinamica), consentendo anche l’uso del G.P.S. (pedinamento elettronico). Il web e i social – invece – hanno profondamente mutato la comunicazione, ossia il modo di esporsi in pubblicità, che un tempo era affidata quasi esclusivamente alle “Pagine Gialle”. È evidente che internet ha semplificato di molto l’approvvigionamento di alcune informazioni ma ha reso anche il lavoro alla portata di tutti (o quasi) e non saprei se questo è un bene. Faccio un esempio. A metà degli anni ’90, quando ho cominciato io, per ottenere una visura catastale dovevi recarti in un ufficio apposito e attivare una procedura abbastanza articolata, non tutti erano capaci. Adesso ottieni lo stesso risultato con un click e ciò ha tolto fascino alla professione, affievolendo l’intraprendenza e l’acume del detective moderno che – oggi – sbriga la maggior parte delle pratiche stando davanti a un computer. Questo è cambiato.
Qual è, a suo parere, la discrepanza fra la concezione popolare del detective privato e le esperienze descritte nel libro che più colpirà i lettori?
Il saggio “Detective allo sbaraglio” è un’opera che affronta le problematiche e le peculiarità intrise nella professione, facendo leva sulla mia esperienza ventennale, perciò è uno spaccato molto realista che certamente si discosta di parecchio dall’immaginario collettivo. Il lettore scoprirà un mondo che non conosceva, lontano da quanto viene offerto dalla letteratura o dal cinema mentre gli addetti ai lavori riscontreranno i temi con cui devono misurarsi quotidianamente rispetto ai quali sono critico ma anche propositivo.
Il lettore che può trarne maggiori benefici è sicuramente colui che vorrebbe avvicinarsi a questa professione e vuole formarsi un’opinione partendo da un’analisi autentica.

Quali pensa saranno i cambiamenti più significativi nel settore delle investigazioni private da qui a qualche anno?
I cambiamenti saranno certamente consequenziali alla riforma del 2010 ma bisognerà attendere una generazione per vederne integralmente gli effetti, oppure dobbiamo sperare in qualche pensata lungimirante del decisore politico. Si auspica – infatti – di ottenere qualche beneficio a medio termine dall’eventuale implementazione delle attività possibili con la licenza investigativa, penso – per esempio – alla figura della guardia del corpo.
Il detective privato dovrà necessariamente evolversi nella direzione di un security manager e da qui – deriveranno – semmai – nuove opportunità, ecco perché nella seconda parte del libro analizzo tutte le figure impegnate nell’ambito della sicurezza sussidiaria.
Altri mutamenti e vantaggi si potranno avere se si otterrà una totale indipendenza dalle Prefetture, più che necessaria, in particolare per chi si occupa di materia penale (indagini difensive) e se questo lavoro verrà qualificato come professione intellettuale più che un’impresa commerciale, dando concreta attuazione alle associazioni professionali, in sintonia con la legge 4/2013.

Detective allo sbaraglio” si può acquistare – per ora – solo online presso IL MIO LIBRO, oppure in AMAZON (Kindle Store). Prossimamente sarà disponibile anche l’e-book, e il libro sarà prenotabile in tutte le librerie FELTRINELLI.

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