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Dati e password, l’oro digitale del cybercrime

Secondo il World Economic Forum, il cybercrime è la terza economia al mondo e costa circa 10 milioni di dollari al secondo

Nella società digitale, dati, informazioni personali, password e credenziali di carte di credito sono oro colato per il cybercrime. Una password infatti può costare anche 500 dollari. Recenti stime indicano che nel 2021 le aziende di cyber security dovranno proteggere circa 300 miliardi di password. Un’impresa piuttosto ardua, visto che attualmente il cybercrime è la terza economia al mondo. Il Surrey Centre for Cyber Security riferisce che il crimine informatico potrebbe costare complessivamente circa 10 milioni di dollari al secondo per tutto il 2021. I danni provocati dagli attacchi ransomware arriveranno a circa 20 miliardi di dollari nel corso dell’anno. Inoltre, nel 2023 il numero di dispositivi connessi alla rete molto probabilmente triplicherà.

Il pericolo cybercrime è in netta crescita e spaventa chiunque, a tutti i livelli sociali. Durante il picco della pandemia, le vittime di phishing sono aumentate esponenzialmente. I criminali informatici, sfruttando la paura del virus, attiravano molti utenti di qualsiasi posizione sociale ed età. Inoltre, col passare del tempo gli attacchi informatici sono diventati sempre più sofisticati. Gli hacker utilizzano tecniche evolute, che in alcuni casi sottraggono ad altri hacker. I criminali tendono a prendere di mira manager e consiglieri di grandi aziende, in particolare appartenenti al settore sanitario e farmaceutico, più esposto e vulnerabile in questo periodo.

 “Saranno un target prioritario per gli hacker in cerca di brevetti, dati e informazioni collegati alla produzione dei vaccini” ha affermato Rami Efrati, co-fondatore di Cyberdirectorate isrlaeliano “ma anche per danneggiarne lo sviluppo, seminare il caos e chiedere riscatti via ransomware”. Come sempre, però, il problema riguarda anche la scarsa attenzione e le lacune informatiche degli utenti, professionisti e manager d’azienda compresi. Ingenti danni a volte provengono da un utilizzo reiterato delle stesse password, dalla scarsa propensione a fare il backup, ad aggiornare i sistemi e ad utilizzare strumenti di difesa e protezione sicuri e affidabili.

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