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Criminografia

Uno degli strumenti d’indagine utilizzato dalle forze dell’ordine (SIG sistema informatico geografico)

Tra le varie branche criminologiche troviamo un metodo d’analisi molto particolare: la criminografia. È utilizzata dalle forze dell’ordine per schematizzare e visualizzare gli eventi criminali. Concepita come elemento must di implementazione alle nuove strategie di difesa sociale, la modalità d’intervento prevede un lavoro minuzioso con le tecnologie e i sistemi geografici d’informazione per riuscire a localizzare le zone così dette “calde” da vari punti di vista: criminalità organizzata, reati e modelli crimino-comportamentali.

Nel 1986 l’Istituto Americano di Giustizia finanziò un progetto, che diede il via ai vari studi inerenti la materia, per ricercare la localizzazione del crimine come supporto alla polizia locale. Il coordinamento fu affidato al Dipartimento di polizia di Chicago insieme a due università: Illinois e Northwestern. Il progetto suscitò molto interesse tanto che permise, successivamente, di sperimentare nuove ricerche come il “Programma di analisi del mercato della droga” in diverse città americane fino ad arrivare nel famigerato New York City Police Department’s Compstat.

Lo strumento d’indagine SIG (sistema informatico geografico) è utile per poter monitorare una vastissima quantità di informazioni: demografia, posizione delle persone, dei punti nevralgici istituzionali, così da avere un quadro completo delle aree a rischio “zone calde” e aree più tranquille, questo per poter osservare a 360° ciò che accade nella zona d’osservazione in modo da comprendere le cause criminali così da aiutare lo Stato a studiare e pianificare metodologie d’intervento efficaci.
Il sistema è utilizzato anche per monitorare le situazioni d’emergenza riuscendo a coordinare dall’alto i soccorsi sanitari, vigili del fuoco ma anche le volanti per un inseguimento.

Il criminologo utilizza il sistema criminografico come supporto alle forze dell’ordine, grazie a esso è possibile predisporre le migliori tecniche d’intervento, nonché metodiche decisioni e gestione della minaccia in corso.

In America sono riusciti a utilizzare questi strumenti con il sistema denominato CompStat, nome che nasce dall’unione delle due parole con cui si chiama il file del programma originale: COMPare STATistic.

CompStat include quattro modelli riconosciuti:
Informazioni o Intelligence accurate
Rapida distribuzione delle risorse
Tattiche efficaci
Follow-up incessante

Il programma è stato modellato secondo la “teoria delle finestre rotte”, in base alla quale i crimini minori sarebbero affrontati per poter ridurre quelli di maggiore entità.
Con il tempo si è assistito a un’evoluzione del sistema, oggi i sistemi di informazione geografica sono in grado di mappare la criminalità, o altra tipologia di dati, per poter identificare e aiutare nella risoluzione al problema del territorio posto sotto osservazione.

La prevenzione del crimine si concentra molto sulla progettazione ambientale, grazie al Crime prevention though environmental design (CPTED) un approccio multidisciplinare che è in grado di sviluppare un deterrente al comportamento criminale con una corretta progettazione ambientale.

Il CPTED è stato coniato dal criminologo C. Ray Jeffery, nel 1971. Diversi contributi alla teoria sono stati forniti dal lavoro minuzioso dell’architetto O. Newman, il quale nel 1972 pubblicò un libro “Defensible Space: Crime prevention through urban design”. Entrambi hanno basato i loro lavori sugli scritti di Elizabeth Wood, J. Jacobs e Schlomo Angel.

Le strategie di tale approccio dipendono dall’abilità di saper influenzare il deviante prima di un’azione criminale. Per questo si attuano le seguenti misure di sicurezza in ambito ambientale:
– Sorveglianza spontanea
– Controllo di accesso naturale
– Rinforzo territoriale naturale

La sorveglianza naturale aumenta l’apprensione del deviante scaturita dal rischio di essere sorpreso durante l’atto criminale. L’obiettivo è quello di installare apparecchiature elettroniche o predisporre attività di persone in modo tale da massimizzare la sicurezza pubblica e privata, così da sviluppare una positività nell’interazione sociale. Il deviante osservando queste nuove misure di sicurezza limita i suoi potenziali percorsi di attacco e fuga.

Parlando di controllo di accesso naturale si fa riferimento alla limitazione imposta per quelle opportunità di comportamenti devianti differenziando gli spazi: pubblici e privati. La prevenzione, in tal caso, avviene con varie tipologie di installazione come l’ingresso selettivo e controllato, l’illuminazione, recinzioni e ampi spazi che siano da autolimitanti per un accesso e flusso incontrollato.

Infine il rinforzo territoriale naturale è fondamentale per un controllo sociale positivo, si avvale di una maggiore definizione degli spazi pubblici e una percezione netta delle zone private. Il senso di “spazio privato” induce nel proprietario una netta sicurezza attua a limitare la possibilità di intrusioni. Installando queste delimitazioni nette, che siano pubbliche o private, si genera nella società un auto-riconoscimento repentino di chi può essere un “intruso” nel contesto in cui si trova. Utilizzando queste nuove tecnologie di controllo degli spazi viene perfezionato e amplificato il controllo territoriale.

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