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A.N.G.G.I chiede urgenti modifiche del D.M. 269/2010

Ecco perché le Guardie Giurate non si sentono tutelate

L'Associazione Nazionale Guardie Giurate Italiane ha richiesto una convocazione urgente della Commissione Consultiva Centrale della Vigilanza Privata per lavorare sul cambiamento di un articolo all'interno del D.M. 269/2010, riguardante le modalità di intervento su allarmi e soprattutto sullo svolgimento del servizio di zona ispettiva. Il DM 269/2010 è già stato oggetto di modifiche in passato ma appare ancora inadeguato rispetto alle richieste dell'associazione Il Segretario Nazionale dell' A.N.G.G.I., Alessio Tavoni, ha accettato di fare il punto della situazione per noi e di spiegarci quali sono le modifiche che ritengono necessarie.

Per cominciare facciamo un passo indietro e spieghiamo cos'è il DM 269/2010.

Il Decreto consta di 8 articoli e 10 allegati, e si occupa in particolare della funzionalità e controllabilità degli istituti di vigilanza ed investigazione; del superamento del limite provinciale della licenza; del perseguimento di una elevata qualità organizzativa ed operativa dei servizi e della sicurezza delle guardie giurate. Il decreto disciplina i requisiti, le caratteristiche e la qualità dei servizi e dell'organizzazione per gli istituti di vigilanza, le agenzie investigative private e di informazioni commerciali, i requisiti delle guardie particolari giurate e l'aggiornamento di tutti i requisiti.

Quale parte del decreto deve essere modificata con urgenza?
La parte di decreto che ANGGI chiede di modificare con urgenza riguarda l'allegato D alla sezione III punto 3c e al punto 3e, in riferimento alla metodologia applicata per effettuare i servizi di ronda notturna e la gestione degli eventi di allarme, situazioni critiche e ad alto rischio dove si annida il pericolo maggiore. Il decreto, infatti, permette l' invio e l'intervento, da parte della centrale operativa, di una sola guardia giurata. Lo svolgimento del servizio di ronda del territorio espletato da soli porta ad un livello di pericolosità anche maggiore rispetto all'intervento su allarme, nel quale si viene già allertati di una situazione di pericolo, come purtroppo abbiamo visto di recente a Ravenna (dove il 30 dicembre una guarda giurata è stata uccisa a colpi di fucile, ndr), il raddoppio della guardia in servizio ANGGI lo aveva già inserito nelle modifiche apportate al DM 269/10, consegnate nel mese di febbraio 2015 ad un onorevole della maggioranza, ma per ora chiediamo si intervenga al più presto su questi due casi specifici. Per questo nella nostra ultima lettera abbiamo chiesto al Ministero dell'Interno di riunire la commissione consultiva centrale della vigilanza privata dove questa volta sarà presente anche ANGGI e da guardie giurate quali siamo spiegheremo la pericolosità reale della nostra professione

Quali sono le maggiori difficoltà che incontrano le Guardie Giurate giornalmente nell'espletamento delle loro funzioni?
Una delle tante difficoltà è la gestione dello stress, l'ansia di finire il turno in sicurezza ci accompagna per tutto il servizio a volte anche di dodici ore, negli ultimi tempi quasi una prassi regolare: a casa siamo padri, figli, mogli, e abbiamo una vita sociale da dover gestire, in più un arma che ci segue per tutta la vita lavorativa, le aziende non aiutano di certo, dover lavorare con tutte le nostre paure e in aggiunta le ritorsioni dell'azienda se rifiuti di effettuare straordinario o se ti ammali a Natale, tutto questo inoltre sotto alla scure di una possibile chiusura dell'azienda, un cambio di appalto o al ricorso di ammortizzatori sociali come cassa integrazione o mobilità. Inoltre la nostra qualifica di incaricato di pubblico servizio crea una linea sottile tra il poter fare e il non poter fare, come si è visto con il legislatore negli ultimi casi di aggressione a guardie giurate in servizio poi condannate dal legislatore, meritiamo più attenzione da parte delle istituzioni.

Alla luce delle nuove esigenze di sicurezza cosa si aspetta la vostra associazione dal legislatore?
Vogliamo essere ascoltati, siamo la voce di molte guardie giurate, affrontiamo tutti i giorni i problemi che la vigilanza privata combatte, vivendoli in prima persona, chi meglio di noi può spiegarli a chi le leggi le scrive? chiediamo questo, di essere ricevuti e ascoltati e che le nostre richieste possano trovare un orecchio attento e una mano pronta a risolvere i problemi in favore di chi la vigilanza privata la vive. Il nostro appello arriva da tutte le guardie giurate e gli operatori del settore ed insieme al nostro Presidente, Fabio Padovani, abbiamo più volte richiesto la collaborazione dei sindacati di categoria e delle associazioni datoriali, senza però trovare appoggio, come se fossimo extraterrestri. No, non lo siamo, anzi viviamo il settore in prima persona e ci sentiamo in grado di dire la nostra.

di Torresan Laura
© Riproduzione riservata

 

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